Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Dopo mille difficoltà produttive, problemi di budget e vari avvicendamenti in cabina di regia, l’atteso adattamento del videogioco online della Blizzard Entertainment, Warcraft – L’inizio, arriva anche nelle nostre sale. Nonostante il suo Warcraft funzioni e coinvolga anche chi, del mondo di Azeroth, ignorava del tutto l’esistenza, Duncan Jones, talentuoso autore che ci aveva stregato con Moon e intrigato con Source Code, qui è alle prese con il suo lavoro meno riuscito. Sebbene infatti il regista inglese sia riuscito a rendere narrabile una vicenda che proprio per il suo essere un gioco di ruolo multigiocatore online, non si avvale di uno specifico plot e nemmeno di un finale prestabilito (e per questo, chapeau!), il risultato finale viene compromesso dalla mancanza di un intreccio poco coinvolgente che si mostra debole in vari snodi.
Il pacifico regno di Azeroth è costretto a entrare in guerra quando le sue genti si trovano ad affrontare una terribile stirpe di invasori: i guerrieri Orchi in fuga dalla loro terra agonizzante Draenor. Pronti a colonizzarne un’altra in cui stabilirsi, Gul’dan (Daniel Wu) perfido tiranno dell’orda grazie alla magia del Vil apre un portale verso il pacifico regno di Azeroth. Baluardo dei sette regni è il reame di Roccavento governato da Re Llane Wrynn (Dominic Cooper) eretto a protettore del mondo, al suo fianco Anduin Lothar (Travis Fimmel) cavaliere ed eroe di guerra, Medivh Guardiano di Trisfal (Ben Foster) e il giovane Khadgar (Ben Schnetzer), apprendista mago. A scontrarsi con l’Alleanza ci sono Durotan capoclan dei Lupi Bianchi (Toby Kebbell) e Ogrim Martelfato (Robert Kazinsky) e il potente Manonera (Clancy Brown) che aspira a diventare capo degli Orchi. Da fronti opposti Orda e Alleanza affronteranno un conflitto che deciderà il destino del loro futuro e della loro terra.
Nonostante gli evidenti sforzi produttivi e l’approccio da appassionato di WoW, oltre che da professionista, da parte di Jones, Warcraft – L’inizio soffre principalmente della sindrome dell'”accadono troppe cose in troppo poco tempo“, aspetto che pone l’accento sui problemi di scrittura (la sceneggiatura è dello stesso Jones e di Chris Metzen, autore e game designer della Blizzard che contribuì a creare l’universo fantastico di Warcraft) da cui il film non riesce del tutto a salvarsi. Ok, ci sono alcuni momenti in cui ci si trova davanti a passaggi narrativi piuttosto audaci, con qualche curva a gomito e delle morti inaspettate, peccato che lo spettatore non ne resti coinvolto più di tanto. E il motivo è da attribuire all’eccessiva quantità di personaggi e storie che iniziano e che, stipate nelle due ore di durata, non riescono ad trovare non tanto una fine, quanto un degno svolgimento. Dovremo attendere dunque almeno un altro film, più probabilmente due, per vederle ampliate, approfondite e, speriamo, degnamente concluse.
Dal punto di vista strettamente tecnico, Warcraft – L’inizio è un tripudio di CGI: gli effetti visivi sono tanti e tali (si fa fatica a riconoscere gli attori più “trasformati”) da creare, dopo pochi minuti, una sorta di bizzarra assuefazione. C’è poi una componente favolistica non indifferente fatta di reali dai manti pregiati e dai diademi preziosi che abitano in castelli disneyani, che stride un po’ quando viene a contatto con i grossi orchi dai bicipiti plasticosi che mostrano zanne ed ossa sporgenti sotto la pelle. Veniamo poi alla voce spunto e ispirazione. Nonostante Jones e i suoi collaboratori abbiano tentato di confezionare un prodotto che, almeno nelle intenzioni, aspirava ad affermarsi come una novità all’interno del genere d’appartenenza, cercando di prendere le distanze da Hobbit e Signori degli Anelli, è proprio alle saghe di Peter Jackson che tante (troppe) scene rimandano. Di questa imponente operazione da 160 milioni di dollari di budget si salvano la regia di Jones e l’estetica complessiva del film: un po’ pochino per una pellicola che ambiva ad essere il nuovo riferimento del cinema fantasy.
Voto 5,5
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
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