Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Una storia di abbandono con un incedere lento e costante, resa attraverso disegni dai bordi incerti e dalle tinte pastello, questo è Le stagioni di Louise, l’ultima fatica dell’animatore francese Jean-François Laguionie presentato al Festival di Roma e in arrivo nelle nostre sale a dicembre.
Siamo alla fine dell’estate in un pittoresco paesino della costa bretone a ridosso delle scogliere, Biligen-sur-mer. Louise (doppiata da Piera Degli Esposti) è un’anziana donna che si appresta a tornare in città con l’ultimo treno della stagione, ma qualcosa va storto e la vecchina rimane completamente sola in una cittadina deserta. In una situazione ai limiti del surreale e, tuttavia, credibile agli occhi di chi guarda, a Louise non rimane altro se non prepararsi ad affrontare un inverno in totale solitudine, in attesa che la sua famiglia si ricordi di venirla a prendere.
Difficilmente i film di animazione hanno protagonisti anziani (il precedente più noto forse è quel gioiello di Up della Pixar), e infatti non ci si mette molto a capire che Le stagioni di Louise non è un film per bambini, piuttosto una metafora amara e densa di rammarico delle stagioni della vita, quando questa si fa più ricca di ricordi che di speranze. Tutto intorno a Louise sembra privo di vita, le case dei villeggianti che rimangono chiuse, i negozi con i costumi da bagno ancora in vetrina sprangati fino al prossimo anno: tutto pervaso da quell’odore di decadenza di certi luoghi di vacanza che sembrano essere rimasti in piedi solo per accogliere chiassosi turisti non appena il sole fa brillare le bianche scogliere tipiche di quella costa. Ma Louise non si perde d’animo, almeno ci prova, e si scopre una Robinson Crusoe in abitini fiorati e collana di perle pronta a sfidare con ottimismo quella che in un primo momento avverte come una condizione privilegiata («ogni mattina, scopro un cielo nuovo» dirà Louise scrutando l’otizzonte dalla baracca che si è costruita in riva al mare) ma che poi, col passare del tempo, diventa sempre più difficile da affrontare.
La stramba quotidianità dell’unica protagonista del film di Laguionie viene interrotta dai sogni e dai ricordi della stessa, che rivive i momenti più importanti della sua infanzia e della giovinezza proprio ora che è costretta dalla vita ad affrontarli e, forse, anche a guardarli con occhi nuovi. Le ombre del passato investono Louise, che trova conforto solo negli sguardi del suo nuovo amico a quattro zampe Pepper, in un mondo reale che si fa sempre più onirico e sfuggente, evanescente e impalpabile. Un mondo che non vede quelle come lei.
Voto 7,5
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