Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
“Non resta che rispondere alla domanda della quale tutti noi conosciamo la risposta in fondo ai nostri cuori: perché ci ostiniamo, come comunità e come individui, a cercare di proteggere e occultare le bestie magiche, anche quelle selvatiche e indomabili? La risposta naturalmente è: per garantire che le generazioni a venire di maghi e streghe apprezzino la loro stravagante bellezza e i loro poteri come noi abbiamo avuto il privilegio di fare”.
Questo il motivo che ha spinto il magizoologo e professore di Hogwarts Newt Scamander a scrivere Animali fantastici e dove trovarli, un testo obbligatorio per gli studenti del primo anno della scuola di magia, per noi babbani uno pseudobiblium (ossia un libro immaginario citato in un’opera realmente esistente, in questo caso nei romanzi di Harry Potter) consultativo di neanche cento pagine che è diventato spunto per una saga cinematografica che sarà composta da cinque film. Ebbene, da un prodotto descrittivo e non narrativo, la sua autrice J.K. Rowling è riuscita a tirar fuori una sceneggiatura (la sua prima) che racconta invece tanto, tantissimo, e che pone solide basi per le pellicole che verranno.
La storia dalle highlands scozzesi di Hogwarts si trasferisce dall’altra parte dell’Oceano, nel 1926, a New York. E’ qui che arriva l’impacciato magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne), dopo aver terminato un viaggio in giro per il mondo per cercare e documentare una straordinaria gamma di creature fantastiche. Con sé ha una valigetta magica che ospita migliaia di creature che il nuovo mondo ha bollato come pericolose, con i loro rispettivi habitat. Qualcosa di misterioso però sta seminando la distruzione per le strade della città, rischiando di far uscire allo scoperto la comunità magica dinanzi ai No-Mag (in America i babbani si chiamano così), tra cui i Secondi Salemiani, una fazione di fondamentalisti intenti al loro sradicamento. E il potente ed oscuro mago Gellert Grindelwald, dopo aver scatenato il caos in Europa, è sparito. Ma Newt non è solo in quest’avventura: al suo fianco ci sono la streghetta Porpentina Goldstein (Katherine Waterston) e il babbano Jacob Kowalsky (Dan Fogler).
È attraverso gli occhi di quest’ultimo, utilizzato sapientemente dalla Rowling come personaggio al di fuori dal mondo della magia, che questo nuovo mondo si apre agli occhi dello spettatore in quello che si delinea a tutti gli effetti come un prequel della saga di Harry Potter, ma anche come un suo spin-off. 180 i milioni di dollari messi a disposizione di David Yates (già alla regia di quattro film della saga di Harry Potter) per un prodotto pieno zeppo di CGI, di quella fatta bene, che sembra seguire pedissequamente la fantasia sfrenata di uno script che non si pone alcun limite, pur rimanendo rigoroso e ben congegnato.
La tecnica narrativa adottata dalla scrittrice inglese ormai la conosciamo bene, chi ha letto anche uno solo dei suoi libri ha imparato a comprendere il suo modo di saper generare tensione e incertezza da situazioni apparentemente banali che inducono lo spettatore a mantenere uno sguardo aperto sul finale, di venare di dark le storie che racconta, di dar vita a esseri incredibili e perfettamente inseriti all’interno degli insoliti contesti che immagina, di saper porre al centro della storia i personaggi e le loro vicende personali e non la magia (che rimane solo un contorno) e di dosare perfettamente i conflitti tra personaggi e le relative risoluzioni. E in Animali fantastici e dove trovarli, tutta questa accuratezza si percepisce sin dalla prima inquadratura.
In oltre due ore di sfrenata fantasia visiva non si può che rimanere estasiati da quel fiabesco quotidiano che la Rowling è stata in grado di immaginare ancora una volta, farcito di situazioni e personaggi originali che fanno valicare i confini della concretezza, pur mantenendo una credibilità e una verosimiglianza all’interno del contesto narrativo in cui si muovono. Tra le infinite idee e spunti, ottima quella di ambientare questa prima storia negli anni Venti, durante una particolare forma di proibizionismo che vede la comunità dei maghi costretta a nascondersi, ad agire in segreto e a obliviare per legge i No-Mag che entrano in contatto con la loro realtà, descritta come parallela e pulsante rispetto a quella “babbana”.
Secondo capitolo previsto per il 2018, con i nostri eroi catapultati in Europa: a Parigi. E non vediamo l’ora di rituffarci nella magia.
Voto 7,5
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