Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Tom Brand (Kevin Spacey) è un miliardario di grande successo, ma il suo stile di vita lo ha allontanato totalmente da sua moglie Lara (Jennifer Garner) e da sua figlia Rebecca (Malina Weissman). Intento a recuperare il rapporto soprattutto con quest’ultima, Tom decide di regalarle per il suo compleanno il gattino che la bambina desidera da sempre. Lo trova in un bizzarro negozio di animali gestito dal cat whisperer Felix Grant (Christopher Walken). Sulla strada verso casa, però, Tom rimane coinvolto in un terribile incidente e, quando riprende conoscenza, scopre di essere intrappolato nel corpo del gatto appena acquistato. Adottato dalla sua stessa famiglia, sperimenterà una nuova prospettiva di vita all’interno di casa sua.
L’ultima regia di Barry Sonnenfeld è proprio poca cosa. Lo è il film in sé, con ambizioni pari a zero, lo è la storia, già ampiamente trattata in casa Disney e non solo e lo sono le situazioni che questa produce. Il regista de La famiglia Addams, Men in Black e Get Shorty si preoccupa di avere nomi di grido (anche se la presenza di Kevin Spacey è limitata solo a inizio e a fine film) ai quali però affida personaggi del tutto bidimensionali e stereotipati. C’è l’uomo di successo che trascura la famiglia, una situazione che entra a gamba tesa nella sua vita che gli fornisce un’occasione di redenzione e lo scambio di identità (qui addirittura di specie) che servirà al protagonista ad osservare la sua vita da un punto di vista del tutto nuovo.
Nonostante due giganti come Kevin Spacey e Christopher Walken (non ce ne voglia Jennifer Garner se non la includiamo nell’elenco, ma la sua presenza in Una vita da gatto è tutto fuorché indispensabile), dunque, il film non solo procede a suon di cliché, ma anche con un fastidioso tentativo di tirare fuori un che di cinico e grottesco dai personaggi che interpretano, il tutto con scarso successo. Per quanto riguarda il felino, Mr. Fuzzy Pants (si chiama così) è un concentrato di vera micioneria mista a CGI, tanto adorabile in alcune situazioni, quanto fastidiosamente posticcio in altre.
Voto 4,5
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
Barry Sonnenfeld al timone di questo family movie dai temi triti e ritriti, nonostante la presenza di Kevin Spacey e Christopher Walken.
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