Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Slam – Tutto per una ragazza, ritorno alla regia di Andrea Molaioli, a cinque anni dal sottovalutato Il gioiellino, è la rischiosa trasposizione dell’omonimo romanzo di Nick Hornby, uno degli scrittori più saccheggiati dal cinema contemporaneo.
Rischiosa per più di un motivo, non ultimo il trasferimento dell’azione da Londra – teatro naturale di quasi tutto l’universo hornbiano – a Roma.
Ma in questo Molaioli è senz’altro aiutato da una prosa adorabilmente universale che, anche nel passaggio geografico, non perde quasi nulla della sua originaria freschezza.
Più insidioso semmai è il problema della rappresentazione di un mondo, quello dell’adolescenza, che è prima di tutto uno stato della mente, sfuggevole quindi per sua stessa natura, e che, il più delle volte, condanna chiunque si arrischi a maneggiarlo, all’inadeguatezza del risultato.
Ovvio che, di fronte a tale rischio, nulla possa una matrice letteraria che tra l’altro ha ormai quasi dieci anni e il regista possa contare di conseguenza solo sui propri mezzi. Ma Molaioli ha i giusti punti di riferimento (Juno in primis), e nessuna pretesa di raccontare un’intera generazione, ma solo la storia di un ragazzo che, per la prima volta, assapora il gusto dolceamaro dell’essere adulti.
La storia di Samuele, detto Sam, dei suoi sedici anni e dei suoi tanti sogni nel cassetto.
Vorrebbe andare all’università, Sam, e poi viaggiare e magari vivere in California. Vorrebbe soprattutto essere il primo della sua famiglia a non inciampare nell’errore di diventare genitore a sedici anni, come è capitato sia a sua madre che a sua nonna.
È però difficile sfuggire al singolare destino della sua famiglia, specie quando incontra Alice che ha la sua stessa età e sembra rappresentare tutto ciò che desidera.
Slam – Tutto per una ragazza inizia svelto e agile come una corsa in skate, con la voice-over di Tony Hawk (il campione di skate per cui Sam stravede) come singolare cortocircuito sensoriale agli scorci del Villaggio Olimpico e di Piazzale Flaminio che scorrono veloci davanti alla macchina da presa.Poi, una volta entrati nel vivo della storia, gli step sono più o meno quelli classici del coming of age, compreso un confronto/scontro tra realtà sociali antitetiche che, sebbene non estremo come nel Virzì di Ovosodo e Caterina va in città, è perfettamente sintetizzato nel terzo grado a colpi di “progetti per il futuro?” subito da Sam a casa dei genitori della pariolina Alice.
Basta però la delicatezza del primo incontro tra i due a fungere da garanzia per la genuinità dell’intera opera.
Il momento in cui gli occhi di Sam si posano per la prima volta su Alice – quando il brusio di fondo lascia spazio di colpo a un’immaginaria melodia di archi, fino al momento in cui la ragazza interrompe il momento rivolgendogli finalmente la parola – è un dolce colpetto al cuore e la dimostrazione che, almeno nelle intenzioni, Molaioli è sulla strada giusta.
Allo stesso modo in cui commuove la fine improvvisa della relazione tra i due, priva com’è di un motivo che non sia la semplice voglia di un ragazzino di stare con gli amici senza troppi stress o telefonate d’amore.
I bravi Lodovico Tersigni e Barbara Ramella insomma non si limitano a recitare la parte degli adolescenti innamorati ma, in qualche modo, vivono davvero le paturnie di Sam e Alice. Da quel punto in poi, però, le cose funzionano un po’ meno bene e non solo per i due ragazzi.
Colpa forse di una serie di salti temporali che lavorano meglio sulla carta che non sullo schermo o di una controparte attoriale adulta che –Luca Marinelli a parte – tradisce troppo la natura finzionale della storia.
Mettiamoci pure che l’uscita del curiosamente simile Piuma è cosa assai recente e il quadro è completo.
Per il resto Slam – Tutto per una ragazza è un tentativo per lo più riuscito di riportare la sfera di interesse sui giovani dopo anni in cui sembravano spariti o fuori fuoco, per lo più relegati a irritanti figurine di contorno, come nel recente Mamma o papà? di Riccardo Milani.
Complici anche una serie di scelte musicali datate (gli Eels, ma anche l’onnipresente Where is my Mind dei Pixies) a tratti sembra quasi di essere tornati alla fine degli anni novanta, quando piccoli cult come Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Tutti giù per terra e il primo Muccino avevano trovato la chiave giusta per entrare in quella zona grigia così sfuggevole che è l’adolescenza.
NdR: Slam – Tutto per una ragazza esce nelle nostre sale in 150 copie ma, dal 15 aprile, sarà disponibile su Netflix in tutti i paesi raggiunti dal servizio.
Voto 6,5
Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.
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Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
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