Personal Shopper

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Ce la sta mettendo davvero tutta Kristen Stewart a scollarsi di dosso il pesante fardello di essere stata la Bella di Twilight. Prima, tra un capitolo e l’altro dell’ultimo episodio della saga fantasy, prendendo parte a Biancaneve e il cacciatore di Rupert Sanders e a On the Road di Walter Salles, e poi, a quadrilogia completata, lavorando per Woody Allen (Café Society) e per Olivier Assayas, che ha diretto l’attrice americana già nel 2014, nel riuscito Sils Maria, e adesso l’ha voluta in questo Personal Shopper, presentato a Cannes nel 2016 e premiato per la Miglior Regia.



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In Personal Shopper la Stewart interpreta Maureen, una giovane donna americana che vive a Parigi e lavora come personal shopper per una star viziata ed esigente di nome Kyra. Maureen ha anche il dono di comunicare con gli spiriti, per questo nel tempo libero cerca un contatto con il suo gemello Lewis, deceduto da pochi mesi, con il quale ha una sorta di appuntamento post mortem. Ma quando Maureen inizia a ricevere ambigui messaggi sul cellulare, inviati da un mittente sconosciuto, la storia vira verso il thriller e porta avanti, in modo non esaustivo, sia la traccia soprannaturale che quella mistery.

L’approccio al cinema di Olivier Assayas, critico per i Cahiers du Cinéma ancor prima che pittore e regista, è sempre stato di tipo sopraffino  e rarefatto, sicuramente sperimentale, composto di atmosfere più che di immagini e caratterizzato da una filmografia varia e difforme, sia tematicamente che stilisticamente. Anche Personal Shopper è un film “sospeso” formalmente elegante (come ci si aspetta, del resto da un autore cinéphile come Assayas), che trae ispirazione dall’esoterismo della fine del XIX secolo per raccontare una storia in cui il vero protagonista sembra essere l’invisibile che aleggia nelle nostre vite, la subcoscienza che, silenziosa, abbraccia i fenomeni psichici più indistinti eppure ben presenti nella quotidianità. In un’opera tanto ambiziosa quanto imperfetta, l’autore francese porta in scena un personaggio la cui ambivalenza concentra su di sé l’essenza della pellicola e il fatto che ad interpretarlo abbia scelto una sorprendente Kristen Stewart in cerca di riscatto, ex star di blockbuster e ora pronta a misurarsi con ruoli più intensi e meno scontati, non fa che corroborare il discorso della doppiezza. Peccato poi che, nonostante l’aura spiritual-esoterica, il film non sappia bene, dei tanti percorsi intrapresi, quale seguire, giungendo a una conclusione non univoca che infastidisce anche un po’.

Voto 5,5

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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