Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Terzo capitolo di una trilogia con cui Peter Berg e Mark Wahlberg celebrano l’eroismo dell’uomo comune traendo spunto da fatti realmente accaduti, Boston – Caccia all’uomo ne rappresenta anche una sorta di ideale ritorno a casa.
Dopo i quattro marine dispersi in Afghanistan di Lone Survivor e la piattaforma petrolifera in fiamme nel Golfo del Messico di Deepwater – Inferno sull’Oceano, l’autore e l’attore/producer tornano in America, dove ricostruiscono con dovizia di particolari l’attentato terroristico che, il 15 ottobre del 2013, sconvolse l’intera città di Boston facendo esplodere due bombe durante la tradizionale maratona che vi si svolge in occasione del Patriot’s Day e uccidendo tre spettatori e ferendone alcune centinaia.
Il film risulta diviso in due parti ben distinte: la prima, più breve e concitata, procede spedita per accumulo di elementi di tensione fino alla violenta deflagrazione che, di fatto, rallenta il ritmo e introduce a una seconda parte tutta incentrata sull’identificazione dei due attentatori e la conseguente caccia all’uomo.
Se da un punto di vista contenutistico l’opera non nasconde in alcun modo il proprio patriottismo di fondo contro una minaccia inevitabilmente di matrice islamica, il principale motivo d’interesse appare la gestione, da parte di un regista muscolare e in genere poco incline ai chiaroscuri come Berg, di un materiale delicato perché legato a una tragedia recente, non ancora del tutto metabolizzata dalla coscienza collettiva.
Lo sforzo maggiore è quindi quello di evitare il pamphlet, coniugando il thriller a un tono più elegiaco e meditativo di quanto non ci si aspetterebbe, che, per molti versi, avvicina Boston – Caccia all’uomo a forme di classicismo eastwoodiane, pur senza mai raggiungerne la lucidità teorica.
E, proprio come nell’ultimo capolavoro del vecchio Clint, Sully, anche qui emerge forte l’idea di un Paese che, di fronte alle difficoltà, mostra una velocità di reazione invidiabile.
La macchina da presa non si stacca quasi mai dai volti di un’umanità che, sebbene stordita e dolente, non smette per un attimo di fare il proprio dovere. Malgrado la presenza nel cast di una star solitamente accentratrice, il film mantiene infatti una sua coralità, tesa a glorificare la comunione d’intenti (polizia, pompieri ed FBI, ma soprattutto i cittadini) in nome di una causa superiore.
Lo stile è volutamente freddo, ai limiti del documentaristico e, fatta eccezione per alcuni close-up di bandiere a stelle e strisce, Berg tiene a bada certi eccessi commemorativi per concentrarsi su una storia più forte di qualsiasi filtro che ne amplifichi la drammatizzazione.
Film medio e americano fino al midollo che, accorciando i tempi classici di elaborazione cinematografica del lutto, a tratti si scontra con i limiti dell’instant movie (vedi, ad esempio, le immagini dei veri protagonisti sui titoli di coda), Boston – Caccia all’uomo si salva attraverso un processo di desaturazione retorica non comune in prodotti di questo tipo.
Pistolotto di Wahlberg su come l’amore vinca sempre su ogni forma di violenza a parte, ovvio.
Voto 6,5
Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.
Peter Berg porta al cinema gli attentati terroristici di Boston del 2013. Protagonisti Mark Wahlberg, Kevin Bacon e J.K. Simmons.
Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
L’elefantino volante di casa Disney diventa un dolcissimo freak nelle mani di Tim Burton.
Nelle sale il profondissimo ritratto di signora di Sebastián Lelio con una Julianne Moore radiosa, che reinterpreta magistralmente il personaggio che fu di Paulina García.
Le confessioni di un serial killer in un viaggio attraverso le profonde radici del male: Lars von Trier colpisce ancora.
Clint Eastwood torna a dirigersi in un film ironico e toccante ispirato a una storia vera.
Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
L’attore protagonista dello spot che prende in giro i film sulla mafia italoamericana.
Angelo (Il cielo sopra Berlino) e demone (Hitler ne La caduta). Ci lascia un attore immenso, versatile, sensibile.
L’attore, 63 anni, era ricoverato al Policlinico di Napoli da due settimane.
Il capitolo conclusivo della trilogia di M. Night Shyamalan è il film di supereroi che non ci si aspetta.
Nelle sale la commedia criminale di Massimiliano Bruno. Un tuffo nell’Italia dell’82 tra i mondiali di calcio e la banda della Magliana.
Ecco come funziona la nuova sezione per prenotare e acquistare i biglietti del cinema attraversoil social media.
In gara per la Palma d’oro, tra gli altri, Terrence Malick, Pedro Almodóvar, i Dardenne, Marco Bellocchio e Xavier Dolan.
La rilettura del romanzo di Beppe Fenoglio ad opera dei fratelli Taviani, interpretata da Luca Marinelli sbarca alla Festa di Roma. La recensione.
Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa
The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.
Leave a reply