MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
Jack Nicholson ha compiuto ieri 80 anni. L’attore è stato festeggiato, omaggiato e ricordato in ogni parte del mondo e alcuni dei suoi film più noti sono finiti nei palinsesti televisivi ad ogni latitudine. Un connubio perfetto di tecnica e talento lo hanno portato ad essere l’attore più amato, invidiato e premiato di Hollywood (tre Oscar, due da protagonista e uno da non protagonista, oltre a mille altri riconoscimenti). Tutti abbiamo bene in mente le sue performance più note, i personaggi da lui interpretati, spesso folli, cattivi o psicopatici che a un certo punto della storia danno di matto, si arrabbiano: i titoli che vengono subito in mente sono Shining, Codice d’onore, il Batman di Tim Burton in cui interpreta Joker, ma anche The Departed di Martin Scorsese, nel quale vestiva i panni del perfido gangster Jack Costello, Le streghe di Eastwick in cui è il diavolo in persona o Qualcosa è cambiato: indimenticabile il suo Melvin, scrittore compulsivo che si innamora della cameriera Helen Hunt.
Certo lo sguardo magnetico e quel ghigno malefico che gli ha regalato madre natura lo hanno aiutato non poco, soprattutto nei ruoli più istrionici, ma nell’arte di Nicholson si cela anche molto metodo.
C’è un film del 1976, l’ultima pellicola diretta da Elia Kazan, che si intitola Gli ultimi fuochi ed è tratto dal romanzo incompiuto di Francis Scott Fitzgerald. Qui Nicholson ha una piccola parte (fa un sindacalista), un cameo accanto a Bob De Niro, che è il protagonista. La scena che segue dura tre minuti e Jack quasi non parla. Tre minuti soli, sufficienti a capire perché Nicholson è, ancora, il più grande di tutti.
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
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