Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Un’imponente operazione di ritorno alle origini. Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar, quinto capitolo del franchise partito a razzo nel 2003 che negli anni ha perso smalto e incisività, è nato e si è sviluppato sin dal principio come un tentativo parzialmente riuscito di rilancio della saga. Annunciato ancor prima dell’uscita del prescindibilissimo Oltre i Confini del Mare, il film che ha avuto una lavorazione a dir poco difficoltosa, tra modifiche di sceneggiatura, cambi di registi, tagli al budget e ritardi vari, punta molto sulla figura di Jack Sparrow, il pirata antieroe egoista e balordo interpretato da Johnny Depp con un debole per il rum e per le belle donne, ma anche sulle vecchie “amicizie” del filibustiere, sui rapporti con i nemici di sempre e su qualche faccia nuova, giusto per andare a prendere quel po’ di pubblico che nel 2003, anno di uscita de La maledizione della prima luna, forse ancora non aveva l’età per andare al cinema.
Di che cosa si tratta? Beh, c’è un Johnny Depp mai così gigione, effetti speciali supersonici, un pizzico di magia e, naturalmente, tanti pirati. Il nuovo villain, il Salazar del titolo interpretato da Javier Bardem, è una specie di corsaro-zombi in cerca di vendetta mentre ci sono anche facce conosciute ai fan della saga come capitan Barbossa, interpretato da Geoffrey Rush, insieme alle new entry Brenton Thwaites e Kaya Scodelario. Ah, c’è anche Paul McCartney nei panni dello zio di Sparrow, che ha seguito le tracce del rivale storico – il Rolling Stone Keith Richards – padre del pirata nei capitoli precedenti.
A fronte di una durata eccessiva, bisogna riconoscere che in più di un passaggio il film funziona: le intenzioni dietro a questo quinto capitolo con ogni probabilità miravano a tornare sulla rotta iniziale: un prodotto mainstream dal forte impatto visivo, con una storia accattivante, che fosse esuberante ed esagerato come solo le avventure possono essere, con ritmo e visionarietà a farla da padroni. Certo lo script funziona a singhiozzo e alcuni dialoghi avremmo preferito non sentirli, ma nel complesso rimane un prodotto che diverte e intrattiene.
Buona la prova dei nuovi arrivati, Thwaites e Scodelario, ma il cattivissimo e magnetico Bardem-Salazar rimane il personaggio più riuscito.
Voto 6,5
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
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