Hostiles

Di Carolina Tocci
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Scheda

(Id., USA 2017)
Uscita: 22 marzo 2018
Regia: Scott Cooper
Con: Christian Bale, Rosamund Pike, Ben Foster
Durata: 2 ore e 13 minuti
Distribuito da: Notorious Pictures

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L’atteggiamento sempre contenuto, impassibile. Lo sguardo di chi ha passato la vita ad eseguire e a dare ordini che non si discutono e le poche parole, quelle necessarie. Christian Bale in Hostiles è così, un uomo tutto d’un pezzo piegato alla legge del sangue, la sola che vige in terra di frontiera. Siamo nel 1892 in New Mexico e il capitano dell’esercito Joseph J. Blocker accetta, suo malgrado, di scortare un capo Cheyenne in fin di vita e la sua famiglia fino alle terre della sua tribù. Ma Joe ha combattuto contro gli indiani, che gli hanno portato via, negli anni, amici e commilitoni. In questo viaggio da un isolato avamposto dell’esercito nel Sud fino alle praterie del Montana, si unirà a loro una giovane donna, Mrs. Quaid (Rosamund Pike) dall’esistenza distrutta. Insieme, saranno costretti a unire le forze contro le ostili tribù Comanche che incontreranno lungo il cammino.

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Lungi dal voler rivisitare l’epopea western in modo tradizionale, Scott Cooper riadatta una sceneggiatura del Premio Oscar Donald Stewart (Caccia a Ottobre Rosso, Missing – Scomparso) mai prodotta e la farcisce di tante immagini, poche parole e quei paesaggi mozzafiato che sembrano assistere, impotenti, ai massacri di cui sono teatro.
Se in Crazy Heart e in Out of the Furnace, il regista americano ci aveva dato l’impressione di prediligere storie in cui la condizione umana veniva messa a dura prova, con Hostiles ne abbiamo la conferma definitiva. Il Capitano Blocker, Mrs. Quaid e tutti gli altri personaggi (compreso un ottimo Ben Foster in un breve cameo) sono alla mercé della dissennatezza che perdura e che alimenta l’odio tra le diverse etnie, nonostante un tiepido vento di cambiamento inizi a soffiare. Ed è proprio questo uno degli aspetti più interessanti del film: il riuscire a descrivere la transizione, quel momento in cui il dubbio che il trattamento riservato ai nativi americani sia stato illegittimo e brutale.

Un cambiamento che vivrà in prima persona anche lo stesso Blocker, lungo un viaggio che si rivelerà anche profondamente metaforico e proprio per questo tanto impervio, doloroso e sfibrante.
La disperazione mai gridata, sempre sottaciuta e proprio per questo divampante di Bale e della Pike da sole valgono il prezzo del biglietto, mentre la narrazione procede crudele e spietata, rimanendo però fedele ai tempi del western classico à la John Ford.

Voto 7,5

 

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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