The Party

Di
Share

The_Party_1

Siano benedetti i film che durano meno di un’ora e mezza. Soprattutto se sono anche irriverenti, cinici e divertenti come questo The Party, undicesima regia dell’inglesissima Sally Potter presentata lo scorso anno a Berlino. Partendo da uno degli assunti più adoperati e abusati nel cinema e nel teatro, ovvero rinchiudere un piccolo gruppo di persone in uno spazio ristretto, l’autrice mette in scena facendo affidamento su un solido impiento narrativo in un funzionale e accattivante bianco e nero, la storia di Janet (Kristin Scott Thomas), esponente di spicco del partito Laburista britannico, che decide di festeggiare la nomina a Ministro della salute nel neonato governo ombra insieme con il marito (Timothy Spall) e qualche amico. Durante la cena, però, una serie di rivelazioni personali da parte dei vari invitati trasformerà la festa in una vera e propria tragedia.



È un gioco al massacro The Party, una pochade, esattamente come lo era il polanskiano Carnage e si percepisce in ogni momento quel divertimento e quella sottile goduria da parte della Potter, di giocare con lo spettatore, a cominciare dal doppio senso del titolo (il riferimento è sia alla festa che al Partito Laburista di cui i protagonisti rappresentano le varie facce). Con l’intento di ironizzare sulla sinistra borghese radical-chic, le cui fila pullulano di intellettuali da salotto aggrappati a una manciata di ideali liberali e progressisti, The Party ne inscena il funerale politico e sociale, complice un cast di primissimo livello tra cui spiccano un immenso Timothy Spall, professore universitario distrutto dalla depressione e dall’alcol, una Patricia Clarkson in versione suffragetta nostalgica e disillusa e un Bruno Ganz life coach alternativo.

The_Party_2

Sally Potter, dal canto suo, orchestra alla perfezione entrate e uscite di questa improbabile compagine, calibrandone umorismo e sarcasmo, così come le rivelazioni e il valzer di tradimenti che si mostrano pian piano, di pari passo con il deteriorarsi delle relazioni all’interno del gruppo. L’unità di luogo e di tempo e i dialoghi ironici e taglienti fanno il resto, incorniciando egregiamente questa black comedy sagace e fulminante.

Voto 7

Share

Comments

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

+ 21 = 31

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi