Maria by Callas

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Destiny is destiny, and you can’t get out” (Maria Callas)



Nella musica lirica c’è un prima e un dopo Maria Callas. Un prima e un dopo che il giovane regista Tom Volf fissa in un documentario realizzato durante tre anni di lavoro attento e meticoloso, nato da una folgorazione dopo aver assistito a una Maria Stuarda di Donizetti al Metropolitan Museum di New York. Quello che Volf tenta di restituire al pubblico in Maria by Callas è un’immagine inedita della soprano, attraverso materiale d’archivio recuperato nel mondo, gran parte del quale assolutamente inedito: nel suo doc convivono Maria, donna dall’animo fragile e tormentato e la Callas, figura operistica per eccellenza e musa indiscussa del bel canto.

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Presentato alla scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma, Maria by Callas ripercorre gran parte della vita di una delle figure più complesse e celebri del Novecento, assemblando con coerenza e fluidità narrativa, le parole della Callas provenienti da lettere (lette dalla voce fuori campo di Anna Bonaiuto, Fanny Ardant nella versione originale), filmini privati in Super8, foto inedite, registrazioni non ufficiali realizzate dagli ammiratori durante le performance e rare interviste concesse alla TV. Quel che ne viene fuori è un affresco tenero e toccante,
lontano dai tanti cliché con i quali Maria Callas ha dovuto convivere per tutta la sua esistenza (l’ossessione per la dieta, il carattere intrattabile che le veniva attribuito e la drammaticità della sua vita sentimentale che finiva per ripercuotersi nella sfera pubblica e minava le sue performance canore) a una figura tanto complessa  quanto misteriosa.

 

Maria è fragile e sola, la Callas è un’assidua frequentatrice di salotti mondani al fianco di Luchino Visconti, Grace Kelly e il principe Ranieri, Liz Taylor e altri personaggi del jet set. E Tom Volf, da fan ancor prima che da regista, coglie perfettamente questa dicotomia della diva che, giovanissima e con la tragedia nella voce, si prese il proscenio dei più grandi teatri del mondo, senza lasciare più spazio a nessun’altra. Ne affronta la personalità eccentrica e originale, l’eleganza austera ed essenziale, il rigore zelante che la sua arte le chiedeva e al quale sacrificava tutta se stessa. Così aveva voluto per lei il suo destino e così, sotto forma di intramontabile icona, il mondo continua a ricordarla. Ora, grazie alla dedizione di Volf, sappiamo un po’ di più chi era davvero Maria Callas.

Voto 8

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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