Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
A quattro anni di distanza da Effetti collaterali e con un notevole intermezzo “televisivo” scandito da Dietro i candelabri e due stagioni di The Knick, Steven Soderbergh torna al cinema con un altro heist-movie in cui sono ben presenti i rimandi alla trilogia di Ocean’s anche se, a quindici anni dal primo capitolo della saga, il suo tocco sembra essersi affinato, sicuramente cambiato, così come è cambiata l’America che racconta – dopotutto dal 2001 ne sono successe di cose, dall’11 settembre alla crisi finanziaria, alla guerra in Iraq – più schietta e meno patinata. Questa volta il colpaccio non consiste nello svaligiare un casinò di Las Vegas ma nel recuperare i miliardi di banconote che si trovano nei condotti sotterranei della Nascar durante la corsa automobilistica che si corre annualmente sul circuito Charlotte Motor Speedway.
L’ambientazione sembra quella del telefilm Hazzard, solo che al posto di Bo e Luke ci sono i fratelli Logan, Jimmy (Channing Tatum) e Clyde (Adam Driver), squattrinati e con l’acqua alla gola, che mettono su una banda di criminali da strapazzo per evitare che Jim perda la custodia della figlia. Perfettamente equilibrato e idealmente diviso in tre parti – una prima in cui viene messa su la banda, una seconda incentrata sulla rapina vera e propria e una terza sempre sul colpo, ma visto da una diversa prospettiva e che smaschera trucchetti e svela altarini, La truffa dei Logan è un film che intrattiene e diverte senza essere mai cheap e in cui il legame che si instaura tra i personaggi e il modo in cui ognuno di loro entra in scena, mostra quanto si basi su una scrittura salda, affinata e dal ritmo serrato.
Inseribile all’interno della produzione hollywoodiana “disimpegnata” dell’autore americano che, ormai da vent’anni, continua a realizzare pellicole commerciali (Out of Sight o la già citata trilogia di Ocean’s) alternandole a prodotti decisamente più autoriali se non addirittura sperimentali (da Sesso, bugie e videotape fino a Bubble e The Girlfriend Experience), La truffa dei Logan ha una struttura solida e incastri ineccepibili.
Bravissimi Tatum (al quarto film con Soderbergh) e Driver. Perfetta poi la caratterizzazione che Daniel Craig dà al suo personaggio, l’esperto in esplsivi Joe Bang – nomen omen – con capigliatura platino e tatuaggi da galeotto. Perfetta nemesi di Bond.
Voto 7,5
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
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