Oscar 2019, i vincitori

Di Carolina Tocci
Share
Green_Book

Viggo Mortensen, Linda Cardellini, Peter Farrely e Mahershala Ali – Green Book

«Non siamo le presentatrici ma staremo sul palco un po’ di più cosi chi non l’ha visto, domani penserà che lo eravamo». Questa l’apertura di una delle più soporifere edizioni degli Oscar, quella senza un presentatore, tanto per intenderci, e quella in cui alla fine tutti i premi sono stati consegnati in diretta (nonostante fino a qualche giorno fa fosse stato deciso altro), subito dopo l’attesa esibizione dei Queen sul palco del Dolby Theatre.

Un omaggio a Freddie Mercury annunciatissimo e suggellato dalle 4 statuette vinte da Bohemian Rapsody, film sulla vita dell’artista, che è stato anche quello a ricevere più Oscar (Miglior attore protagonista a Rami Malek, Miglior montaggio a John Ottman, Sound Mixing a Paul Massey, Tim Cavagin e John Casali, e Miglior sonoro a John Warhurst e Nina Hartstone.
 (Kevin Winter/Getty Images)
Ma il trionfatore della serata è stato Alfonso Cuarón, che con Roma ha portato a casa tre statuette: Fotografia, Miglior Film straniero e Regia (quest’ultimo già vinto per Gravity). Roma è il primo film targato Netflix ad aver messo un piede nel teatro in cui da 91 anni si consegnano riconoscimenti al cinema “tradizionale” e questi tre Oscar serviranno non solo a spiegare ai più scettici che il Cinema con la c maiuscola è uno solo, al di là del modo in cui viene distribuito, ma anche a far guadagnare un certo prestigio alla piattaforma di streaming, spesso criticata per non dare sufficiente spazio ai film d’autore, aumentando il numero di abbonati e convincendo sempre più registi, attori e attrici di primo livello a lavorare nei loro film.
Tre anche le statuette vinte da Green Book diretto da Peter Farrelly (Miglir Film, Miglior attore non protagonista, andato per la seconda volta a Mahershala Ali e Miglior sceneggiatura originale).
È stata una nottata indimenticabile anche per Black Panther, tornato a casa anche lui con tre statuette. Migliori costumi, migliori scenografie e miglior colonna sonora, per il cinecomic Marvel più premiato di sempre, mentre A Star is Born l’Oscar per la canzone originale, Shallow, e Spike Lee quello (meritatissimo) per la Miglior sceneggiatura non originale BlacKkKlansman.
Olivia Colman

Olivia Colman

Rami Malek

Rami Malek

Per quanto riguarda i premi agli attori, a parte quello annunciatissimo a Rami Malek, c’è da segnalare la settima candidatura andata a vuoto per Glenn Close. È lei la vera sconfitta della serata. La protagonista di The Wife – Vivere nell’ombra, vincitrice tra l’altro di tutti i principali premi di questa stagione (Golden Globe, SAG e Spirit Award) sconta forse il fatto di brillare in un film piuttosto mediocre, che non è stato sufficiente a supportare la sua candidatura. A soffiarle il premio, una strepitosa Olivia Colman, regina lesbica e depressa de La favorita di Yorgos Lanthimos, inizialmente in pole position con dieci nomination e vincitore di una sola statuetta. Miglior attrice non protagonista è Regina King, per il suo ruolo in Se la strada potesse parlare (ma lo avrebbero meritato, ex-aequo, le due co-protagoniste de La favorita, Rachel Weisz ed Emma Stone), mentre  il Miglior non protagonista, Mahershala Ali, uno degli attori più interessanti del momento, è al suo secondo Oscar in tre anni, dopo quello vinto nel 2017 per Moonlight.
Mahershala Ali

Mahershala Ali

Il momento più emozionante di una serata che ha regalato ben pochi brividi, è stato il tradizionale filmato In memoriam, che ogni anno l’Academy dedica alle persone scomparse nel mondo del cinema. Tra i numerosi talenti che ci hanno lasciato, Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, Vittorio Taviani, Milos Forman, Stan Lee e Bruno Ganz.

 

L’elenco di tutti i premiati agli Oscar 2019

Miglior film
Green Book



Miglior regia
Alfonso Cuarón, Roma

Miglior attore protagonista
Rami Malek, Bohemian Rhapsody

Miglior attrice protagonista
Olivia Colman, La favorita

Miglior attore non protagonista
Mahershala Ali, Green Book

Miglior attrice non protagonista
Regina King, Se la strada potesse parlare

Miglior trucco e acconciature
Vice

Migliori costumi
Black Panther

Miglior scenografia
Black Panther

Migliore fotografia
Roma

Miglior montaggio sonoro (“sound editing”)
Bohemian Rhapsody

Miglior sonoro (“sound mixing”)
Bohemian Rhapsody

Miglior montaggio
Bohemian Rhapsody

Miglior film straniero
Messico, Roma

Migliori effetti speciali
First Man

Miglior sceneggiatura originale
Green Book

Miglior sceneggiatura non originale
BlacKkKlansman

Miglior colonna sonora originale
Black Panther

Miglior canzone
“Shallow”, A Star is Born

Miglior documentario
Free Solo

Miglior film d’animazione
Spider-Man: Un nuovo universo

Miglior cortometraggio animato
Bao

Miglior cortometraggio documentario
Period. End of sentence

Miglior cortometraggio
Skin

Share

Comments

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

64 + = 68

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi