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— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Piacere, sono un po’ incinta
Di Carolina Tocci 13 maggio 2010
Prevedibile come l’alternarsi del giorno alla notte, ecco un’altra commedia interpretata dalla tuttofare J.Lo. Qui Jennifer interpreta Zoe, una giovane donna che decide di ricorrere all’inseminazione artificiale dopo anni di ricerca dell'”uomo giusto”. Guardacaso, lo incontra subito dopo essere andata dal ginecologo per la seduta. Lui è Stan (Alex O’Loughlin), il ragazzo perfetto per molte donne, zoe compresa, che non ha nessuna intenzione di lasciarselo scappare. Ma un piccolo inconveniente si mette tra loro…
L’unica cosa che fa Jennifer Lopez in questo film è apparire in gran forma. Il suo ritorno al cinema dopo essere diventata mamma dei gemelli Emme e Max non poteva essere segnato da una scelta tematica più azzeccata. Ma questo è tutto. Piacere, sono un po’ incinta si inserisce nel filone delle commedie ginocentriche americane, in cui le donne risultano essere gli unici personaggi inseriti nella storia a poter evolvere e a cambiare il mondo che hanno attorno. Le situazioni in cui Zoe e Stan si trovano sono a dir poco già viste, e il loro rapporto incontra delle difficoltà, la maggior parte delle quali avrebbero potuto essere risolte sprecando una o due parole in più. Neanche l’incomunicabilità che contraddistingue tante coppie con loro funziona. Le poche volte in cui si ride, lo si fa a denti stretti, quasi per educazione. Sarà il caso che Jennifer Lopez tenti il piano B (come suggerisce il titolo originale), e si metta alla ricerca di copioni migliori di questo. Se non vuole tornarsene “From the Block” da cui è venuta.
Voto 4
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