Shrek e vissero felici e contenti

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Il claim con il quale viene lanciato il film ci promette che questo sarà l’ultimo capitolo, ma con uno spin-off dedicato al Gatto con gli Stivali già in arrivo c’è da giurare che non ci libereremo tanto presto di uno dei franchise più prolifici di Hollywood. Shrek arriva al suo appuntamento con il 3D sfoggiando la solita classe Dreamworks, ovvero inquadrature e scelte stilistiche asservite alla spettacolarità che esce dallo schermo. Tecnicamente il quarto Shrek segna un ennesimo passo in avanti rispetto al passato, ma la sottigliezza della sceneggiatura non riesce a riempire tutte le dimensioni messe a disposizione al film.



Shrek è piuttosto stanco della propria vita, che si ripete sempre uguale anche se felice. Sua moglie lo ama, i suoi bambini lo amano, i suoi amici lo amano, gli abitanti tutti di Molto Molto Lontano lo amano. Gli piacerebbe tornare ai tempi in cui bastava un suo ruggito per far scappare le folle in preda al panico, anche solo per un giorno. Firma allora un patto con un perfido mago, Tremotino, che con uno stratagemma cambia il corso degli eventi e proietta Shrek in una dimensione parallela, dove lui non è mai esistito e Fiona non è mai stata salvata né l’ha conosciuto. L’orco dovrà sfoggiare l’antico coraggio e rimettere le cose a posto.

Il quarto Shrek non delude, grazie a una dose massiccia d’azione e a una realizzazione di altissimo livello. Si è però perso per strada quasi tutto ciò che rendeva ogni appuntamento con la serie degno di essere aspettato. Le citazioni a iosa, i nuovi personaggi tratti dalle favole famose (le streghe prese dal Mago di Oz e il pifferaio di Hamelin sono poca cosa in confronto ai fasti di un tempo), la vena adulta: tutto appare piuttosto rarefatto, lasciandoci un film divertente da vedere e perfetto per i bambini, ma nulla di più.

Voto 6

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Francesco Bernacchio

Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.

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