Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Chi ha rubato la Grande Piramide e l’ha sostituita con un enorme pallone gonfiabile? È questa la domanda che tormenta Gru, un super cattivo con un curriculum di tutto rispetto. Vive in un ridente quartiere di periferia, con steccati bianchi e cespugli di rose, in una casa nera su un prato desolato, dentro la quale c’è il suo rifugio segreto. Lì sotto vive e opera il suo esercito di piccole creature gialle, i Tirapiedi, supervisionato dal Dottor Nefario, sempre al lavoro per costruire armi più sofisticate. La domanda lo tormenta perché, per una volta, a compiere il misfatto non è stato lui: il colpevole è Victor il Nerd, la sua nemesi, sempre vestito con la sua tuta arancione e sempre chiuso in casa a giocare coi videogiochi. Per vendicarsi di lui, Gru organizza il più grande colpo della storia: rubare la luna. Sembra un piano perfetto, ma un bel giorno fanno il loro ingresso nella sua vita tre ragazzine orfane, molto determinate e affettuose e che vedono in lui quello che nessuno aveva visto prima: un super papà.
Il nuovo film d’animazione della squadra di Chris Meledandri, rigorosamente in computer grafica 3D, è ben costruito e godibile: le potenzialità del 3D sono ben sfruttate, con un assetto grafico finalmente diverso dai soliti stereotipi dell’animazione mainstream. Tecnicamente ottimo (le esplosioni, la luna, i duelli in volo), offre una storia che si regge su due livelli narrativi che mescolano in maniera furba e sapiente commedia e buoni sentimenti. Il livello più genuinamente comico si regge tutto su tempi comici perfetti affidati ai personaggi di contorno, soprattutto i tirapiedi gialli, e sull’idea insolita del soggetto. Il cattivo come protagonista, non la classica figura bidimensionale ma uno molto umano dall’aria un po’ sfigata, che ha iniziato la carriera nel crimine per far colpo su una madre arcigna e disattenta: insomma un cattivo che poi tanto cattivo non è, e a cui va tutta la nostra simpatia.
Il secondo livello, quello un po’ più sentimentale e zuccheroso, è efficacemente incarnato dal trio delle ragazzine orfanelle che piombano nella vita di Gru e lo costringono a rivederla: Margo, Edith e Agnes (e i suoi tenerissimi unicorni) vedono al di là delle sue ambizioni malefiche e del suo aspetto poco rassicurante, e con la loro ingombrante presenza lo mettono di fronte a dilemmi morali (il piano per rubare la luna o il saggio di danza?). Il tutto si risolve in maniera fluida e un po’ scontata. Ma tra le risate generali, questa favola fa versare anche qualche lacrimuccia.
Voto 7
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