Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Ci era piaciuto moltissimo un lavoro in particolare di David O. Russell, quel I Heart Huckabees, commedia romantica e visionaria con Jude Law e Dustin Hoffman. Pur essendo The Fighter è un film del tutto diverso, anche qui si parte da un argomento per arrivare a esplorarne nel dettaglio un altro. Dovrebbe essere una storia di boxe, e invece si tratta dell’epopea piccolo borghese di una famiglia di periferia. Micky (Whalberg) è sempre stato allenato dal fratellastro Dickie (Bale), pugile fallito che dopo un brevissimo periodo di gloria è stato costretto a ritirarsi a causa di una dipendenza dal crack che continua tutt’oggi. Su entrambi grava la figura della madre (Melissa Leo), donna tenace e un po’ ottusa che fa da manager a Micky. Intorno a loro un microcosmo fatto di provincialismo, degrado, ambizione, e poi amore: Micky incontra la barista Charlene (Adams) e se ne innamora, iniziando a capire che la vita non è solo farsi prendere a pugni in memoria di suo fratello e perché glielo chiede la sua famiglia.
Indagando impietosamente prima sulla dipendenza da crack di Dickie, poi su quella dalla famiglia di Micky, Russell tratteggia senza complimenti la metafora della vita come ring. Alcune scelte sono un po’ scontate e il finalone buonista lascia un po’ d’amaro in bocca (o di dolce), ma stiamo pur sempre parlando di un film “ispirato a una storia vera”. Meritatissimi gli Oscar come migliori attori non protagonisti a Christian Bale, ma soprattutto a Melissa Leo, talmente credibile nel ruolo della mamma chioccia e buzzurra da essere irresistibile.
Voto 8
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
Mark Whalberg e Christian Bale fratelli, amici e nemici in un film sul pugilato, ma soprattutto sulla famiglia.
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