Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Iago (Vaporidis) è un brillante laureando della Facoltà di Architettura di Venezia. Di umili origini, si vedrà portare via fama e amore da Otello, figlio di un architetto di fama mondiale.
Volfango de Biasi, che con la sua opera prima, Come tu mi vuoi, aveva giustamente attirato l’attenzione del pubblico, compie non uno, ma dieci passi indietro e cade in un baratro.
Non si tratta solo di un film poco godibile, ma di un progetto erroneamente ambizioso di cui non si sentiva assolutamente il bisogno. Può anche andar bene la rivisitazione di un testo shakespeariano, ma la mancanza di rispetto nei confronti del Bardo, questa proprio no. In Iago personaggi che a malapena possiedono una seconda dimensione, si muovono in una società fastidiosamente fittizia, in cui conta solo il potere. Tra gli attori nessuno eccelle, solo Gabriele Lavia risolleva un po’ il livello della recitazione.
L’idea iniziale del cambio di prospettiva, che intende mostrare allo spettatore la vicenda dell’Otello attraverso la soggettiva di Iago, poteva essere un punto di partenza valido. Peccato che attorno ci andasse scritto, recitato e diretto, anche un film.
Voto 2
Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa
The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.
Leave a reply