Venezia contagiata da Steven Soderbergh

Di Carolina Tocci
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Il weekend veneziano prosegue con un altra pellicola americana, questa volta firmata Steven Soderberg, noto per la sua capacità di realizzare blockbuster macinasoldi (Ocean’s Eleven e gli altri) che gli permettono di finanziare le sue opere più autoriali (Bubble). Il regista americano tenta un nuovo colpaccio, presentando Fuori Concorso Contagion, che ruota attorno a una terribile pandemia su base planetaria che mette in stato di allerta i medici del Center for Disease Control e dell’OMS. Devono isolare velocemente il nuovo virus, trovare una cura e circoscrivere il contagio iniziato a Hong Kong. Mentre tentano di limitare i decessi, si diffondono notizie false e incontrollate che alimentano la psicosi collettiva innescando disordini civili.

Un cast di all star, dato che a Soderbergh piace fare le cose in grande, quando ci si mette: Jude Law, Kate Winslet (protagonista dell’ennesima pellicola qui a Venezia, dopo Carnage, di Polanski e la miniserie Mildred Pierce diretta da Todd Haynes), Marion Cotillard, Gwyneth Paltrow, Laurence Fishburne e Matt Damon. Ansia che sale man mano che il contagio di questo misterioso e sconosciuto virus si diffonde in ogni parte del mondo, immancabili personaggi eroi che grazie al loro coraggio salveranno il destino di milioni di persone e una colonna sonora assolutamente funzionale ai ritmi, serrati, del film (anche se nel finale fa capolino un’eccessiva lungaggine). Visione consigliata con una di quelle inesauribili bacinelle di pop corn che vendono nei cinema multisala. Insomma, un blockbuster assolutamente godibile e confezionato seguendo tutti i crismi del genere disaster movie, con un’aggiunta non indifferente: il realismo e l’accuratezza con cui è realizzato e la verosimiglianza dello spunto da cui la storia è tratta.



Durante la conferenza stampa, Steven Soderbergh (che ha confermato le voci che giravano ultimamente secondo cui è in procinto di prendersi un periodo di pausa dal cinema) ha sottolineato come la parte iniziale del suo lavoro, in questa occasione, si sia concentrata sulla parte più strettamente scientifica del film, che doveva risultare estremamente accurata. “Le scene in cui si parlava del virus” ha detto il regista, “dovevano essere plausibili, altrimenti non avremmo potuto contribuire ad arricchire questo filone. Ho voluto che il protagonista assoluto della storia fosse il virus, nonostante sia la prima volta per me avere a che fare con un protagonista che non parla mai… Nessuna punizione divina nei confronti del genere umano, nessun rimando all’apocalisse, semplicemente un virus, anche se letale. Riguardo ai film che ho preso come punto di riferimento, posso dirvi un solo titolo: Tutti gli uomini del presidente, ho cercato di inserire in Contagion quello stesso ritmo e quella stessa veridicità che caratterizzava il film di Pakula ”

Presenti alla conferenza di Contagion, anche un Matt Damon (uno degli attori feticcio di Soderbergh, protagonista in tutto di sei pellicole dirette dal regista), completamente rasato in versione skinhead, e la radiosa Gwyneth Paltrow, apparsa in gran forma e con una biondissima chioma fluente.

Questa mattina abbiamo visto un’altra pellicola interessante, il delizioso Poulet aux prunes, In Concorso, di Marjane Satrapie e Vincent Paronnaud. La pellicola con cui Marjane Satrapi torna a dirigere un suo romanzo a fumetti quattro anni dopo Persepolis, stavolta però rinunciando all’animazione del suo non convenzionale tratto grafico, e passando ad una sorta di fiaba illustrata con attori in carne e ossa. Ambientato in una surreale Theran degli anni Cinquanta, Poulet aux prunes racconta la storia del musicista Nasser Alì (uno straordinario e imbruttito Mathieu Amalric) che ha perso la voglia di vivere dopo che il suo violino gli viene distrutto. Si chiude in camera, si mette a letto e decide di lasciarsi morire. A fargli cambiare idea non serviranno né i consigli del fratello, né il suo piatto preferito (il pollo alle prugne) preparatogli da una moglie che non ama (Maria De Medeiros), né tantomeno l’amore per i suoi figli.

Mathieu Amalric ci ha rivelato quanto il suo personaggio rappresenti il fantasma dell’uomo ideale. “A pensarci bene nella vita reale le storie d’amore che non hanno un lieto fine non sono sempre così drammatiche come quella di Poulet aux prunes, ma niente è più triste di un amore che non si può vivere. Io trovo un po’ meraviglioso questo concetto che Marjane ha voluto esprimere, cioè che consapevolmente non si ha più voglia di continuare a vivere per amore”.

Un altro film, questa volta italiano, che sta facendo parlare di sé è Cose dell’altro mondo, di Francesco Patierno. La commedia con Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea e Valentina Lodovini. Che cosa succederebbe se, di punto in bianco, tutti gli extracomunitari scomparissero dall’Italia? Patierno prova ad immaginarlo con questa nuova commedia ambientata nel nord-est, e che vede protagonista un piccolo imprenditore razzista, ironicamente chiamato Libero (Diego Abatantuono), che scoprirà sulla propria pelle cosa vuole dire dover fare a meno degli immigrati da lui tanto disprezzati. Le polemiche, già scatenate dall’uscita in rete del trailer di Cose dell’altro mondo, qui a Venezia non si è certo placata, anzi. Polemiche a parte, a noi il film non è piaciuto, che parte con un’idea potenzialmente interessante e divertente, ma mal sviluppata che si esaurisce senza raggiungere nulla di concreto.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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