Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Dopo il debutto con il sottovalutato I Love You Philip Morris (a noi era piaciuto, eccome!), la coppia di sceneggiatori Glen Ficarra e John Requa tornano in pista per la loro seconda prova dietro la macchina da presa insieme con Steve Carell, qui nella doppia veste di protagonista e co-produttore della pellicola. Salutato negli States come il nuovo Billy Cristal e dotato di quella vena di malinconia attribuita ad ogni comico che si rispetti, Carell porta sullo schermo la storia di Cal, un quarantenne con una vita perfetta. Una moglie bellissima, la sua ragazza sin dai tempi del liceo (Julianne Moore), i suoi splendidi figli e il successo professionale fanno di lui un uomo assolutamente felice. Ma l’idillio di Cal viene meno quando sua moglie Emily gli comunica di avere una relazione extraconiugale e gli chied il divorzio. Rimasto solo, Cal trascorre le sue serate al bancone di un bar, affogando i dispiaceri nell’alcol. Finché non incontra il trentenne Jacob (Ryan Gosling), quello che si definisce un figo. Irriducibile dongiovanni, Jacob spinge Cal a gettarsi nuovamente nella mischia, facendogli incontrare nuove donne. Cal si trasforma così in un uomo nuovo, anche se non riesce a dimenticare Emily ed è deciso a riconquistarla.
Dopo la prima mezz’ora di film, quando ti cominci a chiedere se c’era davvero bisogno dell’ennesima commedia sentimentale a stelle e strisce, inizi a capire che Crazy, stupid love merita un’attenzione maggiore di quella che gli stai dedicando. La commedia di Ficarra e Requa alterna dei momenti medi ad altri caratterizzati da dialoghi brillanti e situazioni paradossali e divertenti. La scrittura altalenante, anche se ricca di battute azzeccate e farcita di piccoli personaggi con ruoli molto incisivi (come la superba Marisa Tomei nei panni di un’insegnante che si fa rimorchiare da Cal) è il punto debole del film, che risulta comunque una commedia gradevole e superiore rispetto ad altre pellicole dello stesso genere. E la differenza la fa il cast, dove ogni attore è utilizzato nel ruolo a lui più congeniale: Carell fa lo sfigato dalla morale d’acciaio, Julianne Moore la donna affascinante e imprevedibile, Kevin Bacon è un perfetto e normalissimo “altro” che si mette in mezzo al matrimonio di Cal ed Emily e Ryan Gosling fa il dottor amore che alla fine cede a cupido: assolutamente in parte. I colpi di scena non mancano e vengono sfruttati appieno, venendo fuori al momento giusto come i conigli dai cappelli dei prestigiatori. Cercando notizie sui due registi (sceneggiatori dell’irriverente Babbo Bastardo), veniamo a sapere che Glenn Ficarra ha iniziato la sua carriera in una sala di montaggio: chissà che non abbia imparato lì il segreto per confezionare una commedia in cui il dolce e l’amaro si amalgamano alla perfezione, andando a toccare e facendo vibrare le infinite corde emotive di chi, almeno una volta nella vita, ha avuto a che fare con l’amore.
Voto 7
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