A Separation, Asghar Farhadi (Iran):(già vincitore come Miglior Film Straniero ai Golden Globe)
Bullhead, Michael R. Roskam (Belgio)
Footnote, Joseph Cedar (Israele)
In Darkness, Agnieszka Holland (Polonia)
Monsieur Lazhar, Philippe Falardeau (Canada)
Omar Killed Me, Roschdy Zem (Marocco)
Pina, Wim Wenders (Germania)
Superclásico, Ole Christian Madsen (Danimarca)
Warriors of the Rainbow: Seediq Bale, Wei Te-sheng (Taiwan)
Ma di questi nove, il prossimo 24 gennaio (giorno in cui verranno rese note le nomination definitive in tutte le categorie), ne rimarranno soltanto cinque.
La notizia dell’esclusione di Terraferma di Emanuele Crialese rappresenta l’ennesima sconfitta del nostro cinema, che a forza di commedie e commediole, dimostra ancora una volta di essere poco esportabile su altri mercati. Basti pensare che l’ultima candidatura italiana risale al lontano 2006, quando La bestia nel cuore di Cristina Comencini riuscì ad essere nominato. Per non parlare dell’ultimo film italiano che è riuscito ad aggiudicarsi l’ambita statuetta: qui dobbiamo tornare indietro di tredici anni, quando nel 1999 se la portò a casa Benigni per La vita è bella.
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