The Wedding Party

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Concept lungo un tweet: “Lei è la nostra obesa compagna di liceo, lui è troppo bello per lei…perché se la sposa e, che è anche peggio…perché è giunta all’altare prima di noi?”.

Bachelorette (era troppo arduo mantenere l’emblematico titolo originale?) è una classica commedia demenziale americana scritta e diretta da Leslye Headland (si basa su una sua piéce teatrale) e prodotta dall’arguto Will Ferrell insieme ad Adam McKay. La sua prima apparizione è stata al Sundance 2012, il 23 gennaio scorso. Essendo lo script estremamente scarno, l’unico modo per non far addormentare gli spettatori era puntare su gag a rotta di collo (come un’intera stagione di Zelig concentrata in ottantasette minuti. Neppure loro sono riusciti a reggere la canonica ora e mezza!) ed umorismo di livello bassissimo, nonché su una scorrettezza assoluta. Elementi dominanti: sesso, droga, alcol. Come ha giustamente affermato Stephen Holden del NY Times, il film cade in pieno nella categoria “Hangover Movie” ovvero cosa accade prima e dopo essersi presi un’inciuccata colossale.

Non fraintendeteci: se disattivate qualsiasi filtro morale, etico e critico, vi farà assai ridere.

Un capitolo a parte merita la sottotrama che vede protagonista la splendida Lizzy Caplan. Era, infatti, impresa ardua spiccare tra due mostri sacri come Kirsten Dunst e Isla Fisher (I Love Shopping) in questa trasformazione delle Charlie’s Angels in fashion victim zitelle! Lei ci riesce, facendoci apprezzare il ruolo della supersexy androgina come non ci accadeva dalla meravigliosa sciupafemmine Shane di The L Word (la interpretava Katherine Sian Moennig, stupenda e modellosa cugina di Gwyneth Paltrow). La sua occhiuta, incredibile somiglianza con Zooey Deschanel (enfatizzata da una chicca di regia: Lizzy-Gena sfoglia una rivista in un drugstore, sulla cui copertina troneggia proprio Zooey) rende qualsiasi sua espressione un prodigio di dolcezza, la quale contrasta fortemente con i dialoghi da scaricatore di porto in cui la vediamo coinvolta.

Il delirio dell’abito da sposa di “faccia da maiale”, strappato e macchiato di sangue farà il resto, insieme alla mano della giovanissima regista, qui al suo primo lungometraggio ed avere la donna di Spiderman come protagonista della propria versione femminile di Una notte da leoni non è cosa da tutti! Tra iPhone gettati via come caramelle e lap dance finite in lacrime (i fan di House apprezzeranno sicuramente le grazie di Anne Dudek in versione stripper. Era l’affascinante “fantasma” Amber!), il film scorre liscio come la migliore delle sbronze, quella in cui, il giorno seguente, non ti ricordi nulla ma hai la vaga sensazione che molto sia accaduto.

Voto 6

Recensione a cura di Massimo Frezza
(www.binarioloco.it)

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