MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
E’ davvero annosa la questione dei titoli italiani dei film… Roba che bisognerebbe scriverci almeno una tesi di laurea (chissà se ci ha mai pensato qualcuno?)!
Partiamo da un titolo recentissimo, il primo che mi viene in mente: esce Taken e lo intitolano Io vi troverò. Esce Taken 2, dopo un paio d’anni, e diventa Taken la vendetta…
Perché prima Taken non andava bene e ora invece sì?!
Che poi, per lo spettatore medio italiano, che va al cinema a vedere “quello là che poi a lui gli rapiscono la figlia, sì, dài, quello là che ha fatto Star Trek, quello delle spade laser, e anche quello di Superman dove però lì faceva il cattivo…”, ecco, per lo spettatore medio non riesco a immaginare il livello di caos che questo titolo potrebbe generare!
E Rise of the Planet of the Apes (L’ascesa del pianeta delle scimmie), che è diventato L’alba del pianeta delle scimmie? Cosa accadrà all’uscita del prossimo film, che si intitola proprio Dawn of the Planet of the Apes? Si son portati avanti col lavoro: lo chiameranno Il pomeriggio del pianeta delle scimmie?
Il caso Thomas Crawford (Fracture, negli USA) ha per protagonista Anthony Hopkins, che nel film interpreta Ted Crawford: nella trama nessuno tra i personaggi principali si chiama Thomas!
Ma questo problema, tutto italiano, c’è da sempre, eh! Cioè, basti pensare, tra i tanti classici di un tempo, a The Sound of Music, che qui diventa Tutti insieme appassionatamente! Ma de che?! Cos’è, un’orgia?!
Il massimo, però lo si è dato nella fantascienza, fin dagli anni Cinquanta: The Incredible Shrinking Man (L’incredibile uomo che rimpicciolisce) in Italia è trasformato in Radiazioni BX: Distruzione uomo; non parliamo poi di The Fly (La mosca), che è intitolato L’esperimento del dottor K., laddove lo scienziato protagonista del film si chiama Andre Delambre, senza K di sorta nel nome… E son solo due esempi, tra i più eclatanti!
Le pellicole di Godzilla & Co., poi, sono un capitolo tutto a parte! Approdate sugli schermi italiani con una cronologia completamente stravolta, solo con certosina pazienza da nerd, si riesce a ricostruirne il corretto ordine. Il terzo lungometraggio della serie, Kingu Kongu tai Gojira (King Kong contro Gojira), diventa Il trionfo di King Kong per i nostri distributori, che evidentemente preferiscono le scimmie alle lucertole.
A Mosura tai Gojira (Mosura contro Gojira) viene affibbiato il ridicolo titolo Watang! Nel favoloso impero dei mostri, ma non è dato sapere se “Watang” sia un nome proprio di persona, una località esotica, una deflagrante onomatopea, o un insulto cinese…
Con Il figlio di Godzilla, invece, essendosi accorti d’aver dato al film un titolo corretto, i furbacchioni del Bel Paese lo ripropongono in riedizione come Il ritorno di Gorgo, furbo riferimento a un’analoga pellicola inglese del 1961.
Kaiju Soshingeki (L’attacco di tutti i mostri) viene titolato, senza alcun ritegno, Gli eredi di King Kong: nel film non c’è l’ombra di una scimmia, piccola o grande che sia!
Ma se pensavamo di avere toccato il fondo, Gojira tai Megaro (Gojira contro Megaro) viene trasformato in Ai confini della realtà, manco si trattasse di un episodio della serie TV di Rod Serling!
Mekagojira no Gyakushu (Il contrattacco di Mekagojira) arriva nel nostro paese con il risibile titolo di Distruggete Kong, la Terra è in pericolo, abile mossa pubblicitaria che (grazie anche a una subdola locandina) cerca di attrarre nelle sale poveri, ignari spettatori che attendono invece di vedere il remake di King Kong prodotto da Dino De Laurentiis. Uno dei nemici che Godzilla affronta nel film, Titanousaurus, viene infatti ribattezzatoTitano Kong, unicamente per giustificare l’altrimenti implausibile titolo maccheronico.
Con Furankenshutain no kaiju-Sanda tai Gaira (I mostri di Frankenstein-Sanda contro Gaira) si verifica un evento piuttosto peculiare: sull’italico suolo il film, dapprima intitolato Katango (e non è ambientato in Africa!), viene rieditato anni dopo con un rinnovato doppiaggio e un diverso titolo, apparendo nelle sale nostrane come Kong, uragano sulla Metropoli. Vi stupite se vi dico che nel film non c’è alcun Kong, e che i due mostri protagonisti diventano dapprima Katango e Gorinka e, in seguito, Kong Verde e Kong Rosso?
Seconda quanto a popolarità al celeberrimo Godzilla, è Gamera, la tartaruga volante protagonista di svariate pellicole realizzate a partire dagli anni Sessanta.
Se il primo film delle sue avventure resta a tutt’oggi inedito da noi, il seguente episodio, Gamera tai Daikaiju Giron (Gamera Contro il Mostro Gigante Giron), offre la possibilità agli scaltri distributori nostrani di intitolare la pellicola King Kong contro Godzilla, complice un doppiaggio bislacco, che attribuisce a Gamera il nome di “Grande King”, e al suo avversario di turno, Guiron, il nome di “Godzilla”. Molti sono gli sprovveduti che cadono nella rete, e io sono tra costoro…
Gli italiani ci riprovano con il successivo capitolo del ciclo, Gamera tai Daikaiju Jeiga (Gamera Contro il Mostro Gigante Jeiga), che da noi infatti si intitola King Kong, l’impero dei draghi: è ovvio che nella trama non appaiono né il gorillone, né tantomeno draghi di qualsivoglia forma.
E vogliamo parlare degli horror?
Nel 1982 esce The Evil Dead, titolo italiano La casa. Nel manifesto viene mostrata una villa vittoriana à la Psycho… Ce ne fosse ombra nel film! E ci fosse anche solo una cosa che possa assomigliare a una villa! No, la vicenda è ambientata in un capanno, uno scalcagnato chalet nei boschi.
Mesi fa è arrivato il bellissimo The Cabin in the Woods (cabin = capanno), e da noi è diventato Quella casa nel bosco… Da notarsi però che a suo tempo Cabin Fever venne lasciato in originale…
L’anno prossimo uscirà il remake di The Evil Dead, che negli USA si intitolerà Evil Dead, senza il The. Da noi? Se volessero essere coerenti, a ‘sto punto dovrebbero intitolarlo soltanto Casa!
Ma tornando indietro nel tempo è divertente constatare come all’epoca ci siano stati dapprima LA CASA e LA CASA 2 e, in seguito, sull’onda del successo dei film di Raimi, La casa 3, La casa 4, La casa 5 e La casa 7 (che in DVD è diventato La casa!!!). Questi ultimi sono, nell’ordine, tre film italiani e uno statunitense, che ovviamente non c’entrano un beato ciufolo con quelli del dittico originale. Dite che mi sono dimenticato il 6? No, quello, tra un pasticcio e l’altro, se lo sono dimenticati i distributori nostrani, a suo tempo!!!
Quando poi è uscito House lo hanno intitolato Chi è sepolto in quella casa; ; il sequel, House II, è diventato La casa di Helen. House III non è pervenuto, e House IV è rimasto invariato, tanto, a quel punto, chi ci capiva più nulla? Quest’ultimo, peraltro, pare scomparso nel limbo, eppure giuro d’averlo visto al cinema!
C’è anche il vezzo di anglofonizzare i titoli di film stranieri non necessariamente americani. Alcuni esempi? L’horror slasher francese Promenons-Nous dans le Bois diventa Deep in the Woods; l’iberico Mientras Duermes, invece, è tradotto in Bed Time.
Non dimentichiamo poi paradossi televisivi degli anni Settanta: la serie animata Ufo Robot Grendizer da noi si è trasformata in Atlas Ufo Robot. Chi si è sempre chiesto chi diamine sia ‘sto Atlas, deve sapere che agli adattatori italiani venne spedito all’epoca dalla Francia (Oltralpe la serie era già stata mandata in onda) un tomo che spiegava le caratteristiche dell’anime e ne introduceva i personaggi: in copertina campeggiava il vocabolo Atlas (L’ “atlas” è in francese il termine corrispettivo di “bibbia” di una serie televisiva, un volume contenente titoli, sinossi, immagini, eccetera…) seguito dal titolo della serie in terra di Gallia, Ufo Robot…
Quelli elencati qui sono solo alcuni tra gli esempi più emblematici: si potrebbe realmente scrivere un’enciclopedia con tutti gli strafalcioni dei titoli e degli adattamenti dialoghi italiani!
(Grazie a Leo Ortolani e al suo ComeNonDetto)
Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
L’attore protagonista dello spot che prende in giro i film sulla mafia italoamericana.
Il film di Woody Allen abbandonato da Amazon, arriverà in Italia in autunno distribuito dalla Lucky Red.
La storia di un’improbabile amicizia sullo sfondo dell’America razzista dei primi anni Sessanta diretta da Peter Farrelly è una splendida sorpresa.
David Gordon Green si riaggancia direttamente al cult di John Carpenter del 1978 e punta tutto su Jamie Lee Curtis.
Il regista autore di The Elephant Man, Mullholland Drive e Twin Peaks si racconta.
La storica rivalità tra i due tennisti, interpretati da Sverrin Gudnason e Shia LaBeouf, nella pellicola di Janus Metz Pedersen.
Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
L’attore protagonista dello spot che prende in giro i film sulla mafia italoamericana.
Angelo (Il cielo sopra Berlino) e demone (Hitler ne La caduta). Ci lascia un attore immenso, versatile, sensibile.
L’attore, 63 anni, era ricoverato al Policlinico di Napoli da due settimane.
Il capitolo conclusivo della trilogia di M. Night Shyamalan è il film di supereroi che non ci si aspetta.
Nelle sale la commedia criminale di Massimiliano Bruno. Un tuffo nell’Italia dell’82 tra i mondiali di calcio e la banda della Magliana.
Ecco come funziona la nuova sezione per prenotare e acquistare i biglietti del cinema attraversoil social media.
In gara per la Palma d’oro, tra gli altri, Terrence Malick, Pedro Almodóvar, i Dardenne, Marco Bellocchio e Xavier Dolan.
La rilettura del romanzo di Beppe Fenoglio ad opera dei fratelli Taviani, interpretata da Luca Marinelli sbarca alla Festa di Roma. La recensione.
Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa
The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.
Leave a reply