G.I. Joe – La vendetta

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Poche idee gestite male.
Lo diciamo subito per fugare qualsiasi dubbio: questo film è brutto. Anzi, è molto brutto.
Al di là di un ipertrofico apparato tecnico – supportato da un 3D a tratti quasi fastidioso –  G.I. Joe – La vendetta rappresenta il triste punto di non ritorno dell’action movie moderno.
Il nulla.
Il vuoto pneumatico.



In anni in cui il botteghino ha spesso cercato di elevarsi dai facili standard di genere e, in alcuni casi, ha addirittura flirtato col cinema “alto” – basti pensare all’idea di affidare la regia di Thor a Kenneth Branagh o al dittico di Iron Man, senza per forza tirare in ballo Nolan – qui si assiste ad un processo esattamente contrario. Tutto viene cioè abbassato ad un livello meno che elementare.
La trama è qualcosa di così banale da non richiedere più di una frase per essere raccontata (“I G.I. Joe, traditi, si vendicano”) e la regia del tutto inesistente.
Anche se dal regista di Justin Bieber: Never Say Never era francamente difficile aspettarsi qualcosa di più.
Per non parlare della totale assenza di spessore dei personaggi. Ci sono i buoni buoni (i G.I. Joe) e i cattivi cattivi (chiunque altro). Stop. Nessun vacillamento. Zero ambiguità morale.
Addirittura gli attori sembrano in imbarazzo nel recitare in un simile disastro.
Si salva forse Channing Tatum, ma solo perché è presente in appena mezz’ora di film.
Bruce Willis, dopo le recenti, ottime prove in Moonrise Kingdom e Looper, spegne il cervello e si risintonizza su quella monoespressività che ha caratterizzato i peggiori film  della sua carriera. Tutto ciò in un ruolo minore per giunta.
Possibile che stia ancora pagando gli alimenti a Demi Moore?

Durante la visione capita spesso di tornare con la memoria a quel filone di cinema muscolare, così in voga verso la metà dei reaganiani anni Ottanta, che aveva come protagonisti principali Stallone, Schwarzenegger e Chuck Norris.
Il trait d’union tra G.I. Joe – La vendetta e quelle pellicole è senz’altro da ricercarsi nell’esilità dell’intreccio e nelle scarse capacità recitative degli attori coinvolti, solo che, rispetto a questo obbrobrio, film come Commando o i sequel di Rambo sembrano dei Kieslowski.
Non vi è traccia dell’ironica nostalgia che permeava, ad esempio, l’ottimo I mercenari dello stesso Stallone.
Qui c’è solo un inutile spreco di soldi e The Rock (Dwayne Johnson), che fa battute stupide mentre spara ai cattivi.
E anche un po’ di tristezza in realtà.

Voto 3

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Fabio Giusti

Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.

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