Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Jeremy Coleman (Josh Duhamel) è un giovane vigile del fuoco di Long Beach che si trova ad assistere, suo malgrado, all’omicidio di un negoziante per mano di uno dei più temibili criminali della zona, lo spietato Neil Hagan (Vincent D’Onofrio). Riuscito a fuggire, Jeremy si reca in commissariato e, grazie alla sua testimonianza, Hagan viene arrestato con l’accusa di omicidio. Ma quando il giovane viene chiamato dal capo di polizia Mike Cella (Bruce Willis) per il riconoscimento, Hagan dimostra di conoscere a memoria tutti i suoi dati personali. Jeremy accetta così di essere inserito in un programma di protezione testimoni, grazie al quale viene trasferito a New Orleans sotto nuova identità. Qui inizierà una relazione con Talia (Rosario Dawson), uno sceriffo federale assegnato al suo programma di protezione. Sarà l’inizio di un incubo: Hagan è stato infatti rilasciato, e non avrà pace finché Jeremy (e chiunque gli sia intorno) non avrà pagato con la vita per la sua incarcerazione.
David Barrett ha iniziato a frequentare i set cinematografici molto presto: suo padre, Stan Barrett, aveva fatto da controfigura a mostri sacri hollywoodiani come Burt Reynolds e Paul Newman. Sua madre, Penny McCoy, è stata la più giovane sciatrice a vincere una medaglia ai Campionati del Mondo a soli quindici anni. Il giovane David non è stato da meno in quanto a traguardi sportivi: si è infatti distinto nel motocross e nello sci alla stessa età, il che denotava già il suo gradimento per gli sport fisici ed estremi, che lo ha poi condotto nel mondo degli stuntmen: tra le sue figurazioni ci sono Spiderman di Sam Raimi, Jurassic Park di Spielberg e Matrix dei fratelli Wachowski. Nel 2003 si è avventurato nel mondo della regia, dirigendo la ripresa dell’incidente autostradale di Final Destination 2 intitolata Collison on Highway 23, fino ad arrivare alla direzione di un gran numero di episodi di famose serie TV come The Mentalist, Castle e Cold Case.
Fire with fire è uno dei quei film in cui la biografia del suo realizzatore si fa davvero sentire: il film, co-prodotto dal rapper 50 Cent (che nel film interpreta il capo di una banda immischiata in un traffico illegale di armi da fuoco), è un action movie violento e colmo di una fisicità strabordante, in cui la violenza si materializza nella sua purezza nelle numerose sparatorie e nelle lotte corpo a corpo. Il titolo è programmatico, traducibile nel detto nostrano “occhio per occhio”: alla violenza si può rispondere solo con altra violenza e anche un ragazzo innocente e altruista può tramutarsi in un uomo senza scrupoli se costretto a difendere se stesso e i suoi cari. Fire with Fire segue i canoni stilistici di qualunque altro action movie, tentando di far leva sul pubblico attraverso un cast di grandi nomi, che risultano, però, non tutti all’altezza della situazione. Piuttosto spente risultano infatti le interpretazioni di Josh Duhamel (Transformers) e Rosario Dawson (Sette anime, Sin City), mentre perfetta è quella di Vincent D’Onofrio (l’indimenticabile “Palla di lardo” di Full Metal Jacket), nel ruolo del pazzo criminale.
Nettamente inferiore a molte serie tv americane, che ormai regalano agli spettatori script a prova di bomba, c’è ancora da chiedersi come mai una sceneggiatura come quella di Fire with fire, che cela a tratti un maschilismo di fondo e che fa della violenza il suo punto cardine a scapito della tensione, risultando piuttosto arida, possa essere ancora presa in considerazione per un film che trova distribuzione nelle sale.
Voto 5
Un cast di star alle prese con uno script goffo e trascurato. Fortuna che Bruce Willis e Vincent D’Onofrio risollevano la situazione.
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