Prima di diventare il “re del mondo” Grazie a film quali Titanic e Avatar, James Cameron era un giovane camionista che consegnava pasti nelle scuole e nel tempo libero sognava robot e mondi alternativi al nostro. Una sera del 1977 il ventiduenne James andò a vedere Star Wars e uscì dal cinema con una gran rabbia: quel mondo sognato attraverso i racconti di fantascienza che scriveva di suo pugno e i modellini spaziali meticolosamente assemblati, era divenuto realtà nelle mani di George Lucas. Così per dare un senso alle sue ossessioni convinse un gruppo di dentisti californiani a investire ventimila dollari in quella che in seguito lo stesso Cameron descrisse come “la sua versione di Star Wars“: Xenogenesis.
Un corto di dodici minuti girato in 35mm e mai commercializzato. L’esordio di un giovanissimo Cameron non solo alla regia, ma anche alla sceneggiatura, alla fotografia, come tecnico degli effetti speciali e come costruttore di modellini. La storia è quella di un ingegnere e di una donna, inviati in una gigantesca nave spaziale alla ricerca di un luogo dove dare il via a un nuovo ciclo vitale, dopo che la Terra è stata distrutta. L’uomo decide di dare un’occhiata alla nave e s’imbatte in un immenso robot pulitore. Seguirà un aspro combattimento tra il minaccioso automa e un altro alla cui guida c’è Laurie.
Al di là dell’esile trama e dell’aspetto molto datato (Xenogenesis è stato realizzato nel 1978 con pochissimi mezzi a disposizione), quello che colpisce di questo lavoro sono i temi che di lì a pochi anni diventeranno un segno distintivo dello stile cameroniano: le battaglie tra uomini e macchine, l’amore per i mondi futuri, la presenza di figure femminili forti e determinate e una passione viscerale per gli effetti speciali, qui interamente realizzati dallo stesso regista. Una curiosità: i titoli di apertura e di chiusura saranno ripresi in seguito da Cameron per Terminator.
Xenogenesis non trovò mai una distribuzione, ma servì al giovane James a diventare uno degli uomini di punta di Roger Corman, abile com’era a costruire modellini di astronavi. E fu proprio dalla bottega del re degli horror a basso costo che la sua carriera decollò.
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