Il vero Jordan Belfort?

Di Carolina Tocci
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Il suo è un nome che si sente pronunciare parecchio ultimamente, perché è alla sua vita (e al suo libro, Il lupo di Wall Street, edito in Italia da Feltrinelli ) che si è ispirato Martin Scorsese per il suo ultimo lavoro.



Splendidamente interpretato da un Leonardo DiCaprio che mai come quest’anno meriterebbe un Oscar, il vero Jordan Belfort, originario del Bronx, oggi è un uomo d’affari di cinquantuno anni che ha alle spalle un passato piuttosto burrascoso, come si vede anche nel film. Nel 1989 Belfort fondò l’agenzia di brockeraggio Stratton Oakmont, una sorta di call center per investimenti le cui trattative venivano portate a termine telefonicamente. E Belfort utilizzava la Stratton per frodare gli investitori in borsa, ai quali veniva venduta l’offerta pubblica iniziale di alcune società, (sempre di titoli di una società che intendeva quotarsi per la prima volta in Borsa) fornendo ai malcapitati informazioni false e convincendoli a comprarle.

I mille broker che lavoravano per lui, impararono presto il metodo “Belfort”, tanto che la Stratton iniziò a fatturare milioni di dollari. Le sue truffe ormai sono diventate storia, così come la sua passione per alcol, droghe, donne e feste folli. Arrestato con le accuse di frode e riciclaggio di denaro, trascorse 22 mesi in un carcere federale prima di decidersi a collaborare con l’FBI.

Ora Belfort è divorziato, ha tre figli e vive in California. La sua principale attività sono i seminari in cui insegna ai partecipanti una tecnica di vendita di sua invenzione battezzata “Straight Line”, ovvero una sorta di tabella di marcia per la conclusione di un buon affare, dal primo step, fino alla chiusura del contratto. Lo stesso  metodo che insegnò ai suoi broker per vendere le azioni, ma questa volta è tutto legale. Eccolo in un video mentre spiega l’infallibile tecnica di vendita di sua invenzione.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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