Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Davide Ferrario si conferma essere un artigiano sperimentatore del nostro cinema. In Tutta colpa di Giuda il regista continua a prediligere le innovazioni stilistiche a un linguaggio cinematografico più classico, unendo commedia e musical in modo del tutto personale.
Questa volta Ferrario porta gli spettatori nel penitenziario di Torino Le Vallette, dove una regista teatrale (Kasia Smutniak) vuole mettere in scena uno spettacolo sulla passione di Cristo. Tra gli altri interpreti: Fabio Troiano, il cantante dei Marlene Kuntz Cristiano Godano (che col suo gruppo ha realizzato la colonna sonora) e Luciana Littizzetto nei panni di una suora.
Tutta colpa di Giuda è un film nel carcere e non sul carcere, come ha più volte precisato il regista, e non a torto. L’approccio all’inizio è strettamente documentaristico, con la pellicola sporca e la camera a mano. Ma ad un tratto ci si ritrova, spiazzati, all’interno di un musical. Il risultato è un film ironico e profondo, che si interroga su temi quali la colpevolezza e la necessità dell’espiazione per una successiva rinascita. Peccato che il film rimanga chiuso nel recinto della sperimentazione, senza decollare effettivamente a livello emozionale e narrativo.
Voto 6
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