Poltergeist

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I Bowen, ultimamente, non se la passano benissimo.
Dopo aver perso il lavoro infatti, Eric (Sam Rockwell) è costretto a traslocare, con moglie e tre figli, in una casa in periferia.
Loro ancora non lo sanno, ma la casa sorge proprio dove una volta c’era un cimitero e i defunti, giustamente, non sono poi così ben disposti verso i nuovi arrivati.
In principio l’unico ad accorgersi delle strane presenze che infestano la casa sembra essere il piccolo Griffin (Kile Catlett), ma nessuno gli dà ascolto.
Quando la figlia più piccola Madison viene rapita nel cuore della notte, i Bowen sono però costretti ad affrontare la situazione chiedendo aiuto a una serie di strani esperti di paranormale.



Ed ecco che ci risiamo.
Le major hollywoodiane, in evidente debito di idee dotate anche solo di una qualche parvenza di originalità, prendono un classico dell’horror anni Ottanta (possiamo dire qualsiasi cosa di quel decennio tranne che non sia stato un periodo d’oro per il cinema di paura) per farne un remake e, a quel punto, all’appassionato non resta altro da fare che incrociare le dita e sperare che il risultato sia, se non altro, qualcosa di decente.
Più o meno a partire dal 2000 tutti o quasi i classici del genere sono stati rielaborati in chiave moderna, nel tentativo di accrescerne l’appeal agli occhi delle nuove generazioni e i risultati, nella maggior parte dei casi, sono operine tutt’altro che imprescindibili.
Rappresentano felici eccezioni giusto i due bellissimi Halloween di Rob Zombie (ma lui è un mezzo genio quindi la cosa non stupisce nemmeno più di tanto), Carrie di Kimberly Peirce e il buon remake de La Casa prodotto, un paio di anni fa, dal regista dell’originale, Sam Raimi.
Proprio la presenza di Raimi in qualità di produttore lasciava abbastanza ben sperare anche per questo remake di Poltergeist, scritto nell’82 da Steven Spielberg e diretto da Tobe Hooper, e affidato oggi alla regia di Gil Kenan, già autore dei non esaltanti Monster House e Ember – Il mistero della città di luce.
L’uso dell’imperfetto è d’obbligo perché, man mano che le immagini scorrono, lo spettatore realizza come quelle speranze fossero inevitabilmente mal riposte e questo nuovo Poltergeist non solo non regga il confronto con l’originale ma sia molto al di sotto anche rispetto a tutti quei film che, negli ultimi anni, hanno rielaborato il tema della ‘casa infestata’.

Parliamo principalmente dei primi due Insidious, de L’evocazione – The Conjuring e di Sinister che, al netto della loro oggettiva carenza di originalità, garantivano comunque svariati salti sulla sedia.
Il problema principale di Poltergeist infatti risiede proprio nel suo non far paura, praticamente mai.
I motivi sono molteplici, a cominciare dal ricorso a suggestioni che, seppure innervate di richiami alla moderna tecnologia degli iPhone e dei droni, risultano tutte irrimediabilmente già viste fino a una regia assai poco abile nell’affrancarsi dai soliti nervosi movimenti di macchina e dai carrelli in avanti tipici di qualsiasi horror domestico.
Tutto ciò senza contare la comicità, all’apparenza involontaria, che subentra nel momento stesso in cui fa il suo ingresso in scena Jared Harris nei panni di Carrigan Burke, bislacco esperto di paranormale che parla per frasi fatte e fa battutine ironiche mentre nella casa si respira aria di tragedia e una povera bimba giace in balia delle anime dell’oltretomba.
Non ci sarebbe nulla di male, per carità, se solo l’elemento comico fosse modulato in maniera più sensata e fluida (cosa in cui Raimi è da sempre un maestro) rispetto allo scorrere naturale del racconto e se il fine ridanciano dell’operazione fosse per lo meno dichiarato.
Assistiamo invece qui a un forzato crossover di generi che non fa bene né al lato comico né tantomeno a quello più orrorifico compromettendo di fatto il processo di sospensione dell’incredulità.
A questo si aggiunga poi un Sam Rockwell tutto faccine e smorfie da schizzato, assolutamente fuori luogo nel ruolo di un padre di famiglia che anziché rassicurare i figli di fronte alle oscure presenza che infestano la loro dimora, sembra fare di tutto per terrorizzarli ancora di più.
Il consiglio per gli amanti dell’horror estivo quindi è uno e uno solo: correte a vedere Babadook e conservate pure questo nuovo Poltergeist per il prossimo inverno quando, complice la noia di certe domeniche pomeriggio piovose, potrebbe anche guadagnare qualche punticino in più.

Voto 4

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Fabio Giusti

Da sempre convinto che, durante la proiezione di un film, nulla di brutto possa accadere, ha un passato da sceneggiatore, copywriter e altre prescindibili attività. A parte vedere film fa ben poco.

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