Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Terzo adattamento cinematografico (l’ultimo dei quali datato 1967 diretto da John Schlesinger e interpretato da Julie Christie e Terence Stamp) dell’omonimo romanzo di Thomas Hardy pubblicato a puntate e in forma anonima sulla rivista Cornhill Magazine nel 1874, questo Via dalla pazza folla, che sulla carta aveva i numeri per diventare l’ennesimo polpettone vittorian-romantico, si è rivelato invece una gradevole sorpresa per l’asciuttezza della trasposizione e per la bravura degli interpreti. La storia raccontata è quella di Bathsheba Everdene (Carey Mulligan), ragazza passionale e indipendente che eredita la fattoria di suo zio. Acquisita l’autonomia economica – una rarità per una donna in epoca Vittoriana – Bathsheba attira le attenzioni di tre corteggiatori, molto diversi tra loro: Gabriel Oak (Matthias Schoenaerts), un allevatore affascinato dalla sua caparbietà; William Boldwood (Michael Sheen), un impacciato e facoltoso scapolo e Frank Troy (Tom Sturridge), sfrontato e intrepido soldato.
Considerato come l’autore la cui opera ha sancito l’inizio della transizione tra l’epoca vittoriana e quella moderna, Thomas Hardy con i suoi romanzi, poesie e racconti ha raccontato il declino della religione, la crisi del perbenismo e della morale dominante e soprattutto il mancato legame tra il progresso scientifico e quello etico. Per farlo, si è servito di una tecnica narrativa vivida e minuziosa, ricca e tutt’altro che semplice che spesso si erge sui dialoghi, per dare forma alle impressioni, più che alle azioni. E il personaggio di Bathsheba racchiude in sé tutta la poetica di Hardy, con il suo essere un’anticonformista tout court in un periodo in cui erano ancora in pochi ad aver abbracciato la causa.
La mano di Thomas Vinterberg (Festen, Il sospetto) procede con una consapevolezza tangibile, guidando lo spettatore nel turbinio di passioni, tra le fragili psicologie dei personaggi interpretati da un cast perfettamente in parte, guidato da una splendida Carey Mulligan, ferma e adorabile Bathsheba, e dai suoi corteggiatori, gli intensi Matthias Schoenaerts e Michael Sheen e il funzionale Tom Sturridge.
Ben calibrata anche la sceneggiatura di David Nicholls (e perfettamente amalgamata con la delicata fotografia di Charlotte Bruus Christensen), che riesce a concentrare le 450 pagine del romanzo nelle due ore di durata del film senza snaturarne lo spirito, pur apportando qualche modifica: tra queste, la scelta di concentrarsi su un personaggio piuttosto che seguirli tutti, come invece fa Hardy. Unico difetto, il liquidare un po’ troppo in fretta alcuni passaggi funzionali all’equilibrio del racconto, indugiando eccessivamente su altri (il rapporto tra Everdene e Gabriel), ma a conti fatti questo Via dalla pazza folla si distingue in modo piuttosto nitido in quel sottobosco di pellicole in costume mediocri e parruccone che arrivano nelle nostre sale con risoluta costanza.
Voto 7
Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.
Carey Mulligan deliziosa eroina letteraria contesa, nell’adattamento del romanzo di Thomas Hardy diretto da Thomas Vinterberg.
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