Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Ce lo ricordiamo tutti il toccante discorso che Ellen Page tenne lo scorso anno alla Human Rights Campaign Foundation Company (se lo avete perso, potete recuperarlo QUI). Parole piene di dignità e di umanità, alle quali la giovane attrice si è affidata per il suo personale coming out. Quale migliore scelta di lei, quindi, per raccontare la battaglia ad opera di due donne che si amano e si battono per veder riconosciuti i propri diritti civili. Al suo fianco una Julianne Moore non al top nonostante sia alle prese con il quarto ruolo gay della sua carriera (dopo I ragazzi stanno bene, The Hours e Chloe).
Diretto da Peter Sollett (Nick & Norah: Tutto accadde in una notte, Long Way Home), basato sull’omonimo corto documentario vincitore dell’Oscar nel 2008 diretto da Cynthia Wade e adattato dallo sceneggiatore di Philadelphia, Ron Nyswaner, Freeheld racconta la storia d’amore tra Laurel Hester (Julianne Moore) e Stacie Andree (Ellen Page) e della battaglia che condussero per ottenere giustizia. Quando alla pluridecorata detective Laurel viene diagnosticato un tumore in fase avanzata, la donna decide di assicurarsi che la sua pensione possa andare a Stacie. Ma i funzionari della Contea di Ocean (Ocean County – New Jersey), detti Freeholders, non le riconoscono questo diritto. Il Detective Dane Wells (Michael Shannon), e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein (Steve Carell) si uniscono a Laurel e Stacie coinvolgendo altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta per l’uguaglianza.
Nonostante la vicenda romantica tra Laurel e Stacy che occupa la prima parte del film appaia credibile e commovente, a dirla tutta più per merito di Ellen Page, quando la malattia di Laurel entra prepotentemente nella storia, infrangendo sogni e speranze della coppia (portatevi i fazzoletti!), Freeheld smette di essere un dramma romantico e si trasforma in un polpettone sui diritti civili che non aggiunge alla causa più di quanto non sia già stato detto da altri, in modo sicuramente più efficace (lo stesso Philadelphia affrontava con maggior disinvoltura il tema della parità LGBT più di 20 anni fa). E l’inserimento di personaggi macchiette – sarebbe bello fingere che il gay ebreo attivista interpretato qui da Steve Carell non sia mai esistito, soprattutto dopo la sua straordinaria performance in Foxcatcher – non è certo di aiuto. Per fortuna che ci sono Ellen Page e Michael Shannon, che con le loro prove contribuiscono a togliere un po’ di piattume a un film che poteva rappresentare molto di più. Dispiace più che altro per l’occasione persa, perché Freeheld arriva in un momento storicamente perfetto, un momento in cui il tema che tratta è davvero caldo tanto negli States (la recente apertura di Obama ai matrimoni gay) quanto da noi.
Voto 5
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