Noi
— 4 aprile 2019Jordan Peele confeziona un horror ricco di suggestioni che valica il genere e ci costringe a guardare in faccia il nostro peggior nemico. Noi stessi.
Nominiamo immediatamente Titanic e leviamoci il pensiero: Revolutionary Road, che riunisce DiCaprio e Winslet anni dopo l’indimenticabile kolossal affogato, è il perfetto paradigma dell’evoluzione dei due attori. Liberi entrambi dall’ansia da blockbuster, Kate e Leo sono la parte migliore di tutto il nuovo film di Mendes, il signor Winslet. Vincitrice di un Golden Globe lei, ingiustamente ignorato lui, ci offrono entrambi un’ottima prova attoriale. Che, da sola, vale la visione.
A dispetto del nome, nella villetta in Revolutionary Road (dove vivono i coniugi Wheeler) la rivoluzione tarda ad arrivare, per quanto cercata e voluta. April, attrice frustrata e madre insoddisfatta, convince il marito Frank a ripudiare la vita piccolo borghese e trasferirsi a Parigi. Il film non ci porta in Francia, ma analizza con attenzione lo spazio che intercorre tra il dire e il fare: disattendere i propri sogni, soprattutto quando si sogna in due, è qualcosa che può davvero rovinare tutto.
Girato quasi tutto in interni, spesso ragionato e lento oltre misura, Revolutionary Road è un film mentale, quasi disturbante nel modo con il quale mette a nudo nevrosi e paure. Kate e Leo ci avevano già abituato alla mancanza di happy ending, ma stavolta riescono a farci emozionare davvero. E per giunta senza l’aiuto di giganteschi iceberg.
Voto 7
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