A Cannes Martin Scorsese difende Netflix

Di Carolina Tocci
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Bagno di folla al Festival di Cannes ieri pomeriggio per Martin Scorsese. Il regista era sulla croisette per ricevere la Carrosse D’Or, premio alla carriera consegnatogli in onore del cinquantesimo anniversario della Quinzaine des Realisateurs, la sezione parallela dove Scorsese aveva presentato, nel 1974, il suo Mean Street: «Il mio terzo film, ma il primo dove vengono fuori le mie origini italiane, perché a ispirarlo furono mio padre e mio zio», ha detto durante un gremito incontro con il pubblico.

In una sala piena di giornalisti e appassionati, Scorsese ha spezzato una lancia in favore di Netflix, il colosso dello streaming che quest’anno è stato bandito dal Festival di Cannes, sostenendo:



«Le cose stanno cambiando, e dobbiamo fare in mondo di trarre un vantaggio da questo cambiamento. I film e i nuovi autori hanno bisogno di essere finanziati, di trovare soldi e io penso che ci sia bisogno di trarre profitto dalle nuove tecnologie. Netflix è un mezzo nuovo che permette di arrivare ai giovani e di sostenere le nuove leve del cinema. Oggi – ha aggiunto – ci sono sempre meno cinema e la cosa più importante è essere in grado di continuare a fare film».

«Un’altra cosa interessante è che oggi i film possono essere fatti anche con un iPhone, con tecniche che non hanno bisogno di grandi budget. L’importante è però che i film siano visti, ed è necessario avere una mente aperta per recepire tutto ciò che c’è di nuovo, e cercare di tirarne fuori qualcosa che sia un bene per la cultura cinematografica. Certo, io preferisco vedere i film al cinema ma, sempre parlando di Netflix, sono loro ad aver finanziato il restauro dei film di Orson Welles, nessun altro lo aveva fatto prima».

Non dimentichiamo che il prossimo film di Martin Scorsese sulla mafia irlandese, The Irishman, è stato prodotto da Netflix.

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Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

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