Un American (Gigolo) a Roma

Di Carolina Tocci
Share

Attesissimo sin dalle prime ore del mattino, con fan di tutte le età che correvano da una parte all’altra dell’Auditorium di Roma sperando in un incontro, Richard Gere è sicuramente uno dei protagonisti di questa edizione del Festival. Nella capitale in duplice veste di interprete e produttore, Gere è venuto a presentare Hachiko, pellicola basata su una vicenda realmente accaduta nella Tokyo degli anni Venti e diretta da Lasse Hallstrom. Protagonista,un cagnolino di razza akita di nome Hachiko e il suo padrone, un professore di musica, che lo trova sulla banchina del treno in una gelida sera d’inverno. Da quel momento i due diventano inseparabili, e Hachiko inizia ad accompagnare ogni giorno il suo padrone alla stazione ferroviaria e torna a prenderlo alla fine della giornata di lavoro. Un giorno, il professore ha un malore mentre si trova all’università e muore. Da quel momento in poi Hachiko torna alla stazione ogni giorno per i nove anni successivi, in attesa di vederlo scendere dal treno. Con il passare del tempo, però, Hachiko entra nella vita di molte persone che lavorano nelle vicinanze, facendosi portavoce di un messaggio di amore e di fedeltà assoluta.
Richard Gere ha incontrato i giornalisti questa mattina, in una conferenza stampa gremita, e ha parlato del suo nuovo film e anche un po’ di sè.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=1-kVCbkGaqs[/youtube]



Gere spiega come il punto di forza di questa storia sia da cercare nel rapporto tra Hachiko e il suo padrone, tanto da essere inseparabili persino dopo la morte di uno dei due. E di come abbia lavorato insieme con il regista Lasse Hallstrom all’eliminazione di frammenti della storia che potevano essere superflui e non collegati direttamente alla narrazione. Inoltre ci tiene a sottolineare quanto tutto quello che si vede nel film sia accaduto in modo del tutto naturale, senza filtri o trucchi cinematografici.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=KUq0KlA8A_c[/youtube]

Su quanto abbia influito sulla lavorazione di questo film il suo essere buddista, Richard Gere fa una battuta: “Quanto durerà questa conferenza stampa?”. Sottolinea che si è avvicinato alla fede buddista molto tempo fa, quando aveva circa vent’anni. La sua vita ha iniziato ad assumere un significato del tutto differente quando ha capito che c’erano delle persone che avevano una concreta profondità spirituale da poter trasmettere agli altri.

Ha mai avuto cani o animali domestici? Se sì, qual’è il suo rapporto con loro?
Ho un cane. Ne ho sempre avuti da quando ero piccolo. In una delle mie prime foto da bambino ero ancora carponi e avevo un cucciolino dal pelo chiaro vicino a me, un cocker spaniel, il mio primo amico a quattro zampe. I cani sono dei compagni molto speciali e con loro ho un rapporto incredibile di grande empatia, ho voluto fare questo film proprio per questo motivo, un’amicizia grandissima ci lega, forse in qualche vita lontana sono stato un cane, chissà…

Cosa ne pensa del Nobel per la pace assegnato a Obama?
In generale tutti amano Obama, qui come negli Stati Uniti. Io penso che il premio assegnatogli sia un incredibile incoraggiamento, un modo per ricordargli minuto dopo minuto che è stato eletto Presidente degli USA in un momento così difficile. Per ricordargli che è stato scelto perché la sua visione probabilmente è diversa rispetto a quella del sistema di cui è entrato a far parte. Questo premio è un modo per ricordargli quello che deve fare.

Si sente più ottimista o pessimista?
Per mia inclinazione, io sono ottimista. Sono convinto del fatto che accadano le cose migliori, quando si è ottimisti piuttosto che pessimisti. La velocità di trasmissione delle malattie, la velocità con cui si viaggia e con cui si interagisce con altre persone da un capo all’altro del mondo, sono tutti modi di osservare questo aspetto che se tutti noi riuscissimo ad interiorizzare potrebbe aiutarci a crescere. In questo modo potremmo migliorare ed evolverci come razza. Dobbiamo aiutarci l’un l’altro, giocare in squadra sperando che il resto del mondo faccia lo stesso. Sento che solo così ci potremo muovere verso la luce.

Share

Comments

Tagged with:

About author

Carolina Tocci

Giornalista freelance e blogger, un giorno le è venuta l'idea di aprire questo sito. Scrive di cinema e gossip e nel buio di una sala cinematografica si sente a casa.

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

+ 40 = 44

Per offrirti il miglior servizio possibile il sito utilizza i cookie. Proseguendo la navigazione, ci autorizzi a memorizzare ed accedere ai cookies di questo sito web. Leggi l'informativa

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Chiudi