MIA Market 2019: la quinta edizione sarà dal 16 al 20 ottobre
— 2 giugno 2019Torna l’appuntamento per i leader dell’industria audiovisiva.
George Clooney arriva a Roma: è qui per parlare di Tra le nuvole, l’ottimo film di Jason Reitman (che torna al Festival dopo il trionfo di Juno). George interpreta qui un uomo da un lavoro scomodo: licenziare i dipendenti al posto dei capi, nelle aziende di tutto il paese. Per farlo, viaggia continuamente da un aereo a un altro. Fino a quando gli incontri che fa non lo pongono di fronte a dolorose rinunce.
Istrionico, bravo, simpatico, bello come il sole: Clooney ha risposto alle domande della stampa sul film, ma solo su quello. Appena un giornalista in sala ha nominato Brad Pitt e Matt Damon, subito si è capito dove volesse andare a parare e la security l’ha bloccato. Come a dire: l’omosessualità presunta ed Elisabetta Canalis restano fuori da Cinema 2009. Vedremo se sarà la stessa cosa stasera, quando la coppia arriverà insieme (?) sul tappeto rosso.
Nel frattempo, ecco che cosa ci dice Mr. Martini di questo suo ultimo lavoro.
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Alla domanda su che cosa porti nello zaino quando viaggia (il protagonista del film va anche in giro a tenere seminari nei quali parla delle cose che ci si porta dietro nella vita come di uno zaino colmo), George ironizza: “Lo spazzolino da denti. Bisogna sempre lavarsi i denti”. In realtà, poi, ci fa sapere che non ha dovuto viaggiare troppo per innamorarsi del progetto: “Jason è stato così gentile da venire fino in Italia per portarmi il copione. L’ho letto e ho capito subito che c’erano diversi parallelismi con la mia vita privata. Ma ho pensato che andasse bene, e Jason ci ha messo tutta la passione possibile. Quindi, ora il mio zaino è pieno di script che vorrei Jason dirigesse”.
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Mr. Clooney spiega perché le cose che non hanno a che fare con il cinema non lo interessino più. Racconta che si disinteressa alla politica italiana quando è nella sua casa di Como, visto che probabilmente la cosa migliore da fare (lasciando intendere che qualcosa ne sa), ma soprattutto dichiara che non rilascia più interviste in TV perché, dice, ogni volta finiscono per distogliere l’attenzione dal film. Se ognuno gli chiede solamente cose che non hanno a che fare nulla con la pellicola che sta promuovendo, allora perché essere intervistato?
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Clooney non ha dubbi su Barack Obama, del quale è stato sempre sostenitore e che definisce il protagonista di un momento storico fondamentale per la storia americana. E’ sicuro che la vittoria del Premio Nobel aiuterà ancora di più il Presidente, e conferma la sua passione per le vicende politiche e di cronaca quando gli viene chiesto quali progetti ha per il futuro: “Sto pensando a un film su Guantanamo, ma ho al vaglio anche una commedia”.
Inevitabile la domanda sul film che sta girando a L’Aquila per Anton Corbjin. “Oltre ad aver creato del lavoro per questa zona colpita, il bello di lavorare lì è soprattutto un altro. Quando sono stato in occasione del G8 c’era ancora un grandissimo impegno per soccorrere la gente rimasta senza casa. Ma il rischio è che passato un anno, o anche meno, l’opinione pubblica si dimentichi delle zone colpite dai disastri e tutto proceda a rilento. Realizzare un film può voler dire mantenere l’attenzione puntata su una questione molto importante”.
Insomma, George si è dimostrato ancora una volta il divo gentiluomo che il mondo ha imparato ad amare. Ma se tutti oggi vogliono lavorare con lui be’, non è sempre stato così: “Prima di fare l’attore, ho venduto polizze assicurative porta a porta, e ho fatto anche il venditore di scarpe da donna. Ho fatto molti altri mestieri in verità, e sono stato licenziato spessissimo, proprio come accade alle vittime del mio personaggio in questo film. Ma io non avevo una famiglia, e sapevo come cavarmela”.
Per cavartela te la cavi benissimo anche oggi, George. E quanto alla famiglia, chissà che cosa ne pensa la dama che ti accompagnerà stasera sul red carpet.
Appassionato di pop a trecentosessanta gradi, ama il cinema d'evasione, l'animazione e i film che non durino più di due ore.
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